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Carta Idrografica d'Italia
Sangro - Salino - Vomano - Tronto - Tordino e Vibrata
Ministero di Agricoltura Industria e Commercio
Tipografia Nazionale di G. Bertero & C., 1903, pagine 209

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Dello spartiacque dai piedi del inolile Turehio iiscende il Morione del Diavolo (m. 1590) e spingendosi direllainente all'est con andamento alquanto tortuoso, dopo aver torcalo i monti L'Atessa (in. 1801), l'ietra Gentile (in. 1985) ed un altro senza nome a in. 1934, nella regione Macchia di Rose, perviene alla Terralta (ni. 2208), che è la punta più alta e più a nord della serra di egual nome, 11 cui crinale, sul quale continua la linea che noi stiamo tracciando, si spinge verso sud-est, offrendo sopra una lunghezza di 5 km. sei cuspidi che superano i 2100 metri di quota ed altrettante interposte insellature, che non scendono sotto i m. 2000, ossia lutto un insieme che raffigura una grande muraglia interposta fra il lincino del Sangro e quello del Sagittario, confluente del Pescara.
   Da tale serra si passa su quella del Campitello, la cui più alta punta si erge a in. 2021, e poi girando decisamente ad est, si l'aggiunge il monte Godi (2(111) e la serra Bocca Chiarano, che si incontra ;dla quota di m. 2100 e si segue fino al suo pizzo estremo, il monte Chiamilo (m. 2180), sovrapposto direttamente al Sangro, di fronte a Barrea. Da questo ultimo monte, la direzione dello spartiacque diviene opposta alla precedente, ossia ripiega a nord-ovest, fino al monti' Greco (m. 2283), per ritornare, con ii'regolarissiino andamento, a nord-est prima, a sud-est, poi ed infine a nord, toccando il monte Toppe del Tesoro (ili. 2145), il monte Tre Confini (iti. 1980), un contrafforte senza nome (m. 1747) del colle della Monna, il monte Spino rotondo (m. 1798), la punta ovest (ni. 1771) del monte Ara-zecca ed il monte Majuri (in. 1071). Ili lutto il tratto ora descritto, dopo le Toppe del Tesoro, rimane circondata ed esclusa dal bacino del Sangro, la regione detta Piano Aremogna (ni. 1408) che forma bacino chiuso, isolato, limitato a nord dalla linea idealn di congiunzione fra le Toppe ed il Majuri.
   Tale bacino chiuso e gli altri pure chiusi, ossia senza emissari apparenti, detti Piano delle Cinque miglia, il Prato, Quarto Santa Chiara, Quarto Grande e Quarto del Barone, i quali costituiscono degli interessantissimi estesi altipiani, alla quota fra i ni. 1220 e 1290, interposti quasi alle catene della Majella e dei Monti Marsicani, non appartengono al Sangro idrograficamente, come neppure fan parte del Gizio e del Sagittario, ma concorrono idrologicamente all'uno o all'altro, o lbrs'anche in tutti. Per questa ragione li trascuriamo nella presente descrizione, riservandoci di esaminarli in altri capitoli per ricercare la loro azione sul regime delle acque sotterranee.
   Lo spartiacque che abbiamo lasciato al monte Majuri, prosegue per la serra Zecchete (ni. 1701) e la Costa Calda e giunge a quel sottile istmo moutuoso, all'ovest di Bivisondoli, che separa l'altipiano delle Cinque miglia, da quello del Prato, fra Itoccaraso e Bivisondoli e poi ascende sui contrafforti meridionali della catena del monte Botella, toccandone appena la punta estrema, cioè il Colle della Difesa, (ili. 1394) ed il monte Calvario (ni. 1743), per ripiegare a sud-est e percorrere quell'altro istmo interposto fra il predetto Prato di Boccaraso ed il Quarto del Barone, e raggiungere, girando a semicerchio, il monte Tocco (in. 1083) ed un contrafforte ovest (m. 1780) del monte Secine, da dove, pel colle Favone (m. 1530), scende al cosiddetto Ponte della Madonna (m. 1270), presso la stazione di Palena, della strada ferrata Solinona-Iseruia, che segna il principio della valle dell'Aventino al piede dei primi speroni della catena della Majella.
   Questa catena è tulta quanta percorsa sul crinale dallo spartiacque, ,che tocca successivamente la serra Malvone, il monte Porrara (in. 2130), la serra Carracino, il monte Tavola Botonda (m. 2401), il M. Amaro (m. 2793) la più eccelsa vetta della Majella, i Tre Portoni (m. 2610), il irionle Cavallo (m. 2178) e finalmente la punta Majelletta (ni. 1995), l'ultima del sistema, il quale dopo declina rapidamente per dare luogo a piccole elevazioni. Le principali di queste, attraversate successivamente, sono il colle Garofano, (m. 950), quello di Guardiagrele (m. 577), il colle Martino (in. 520) e tulta la schiena percorsa dalla strada rotabile che dal predetto paese conduce a Castel-frenInno (ni. 400). Seguono poi alcune alture minori fino a Bomagnoli e Mozzagrogna (m. 250) e a