Stai consultando: 'Carta Idrografica d'Italia Sangro - Salino - Vomano - Tronto - Tordino e Vibrata', Ministero di Agricoltura Industria e Commercio
Pagina (44/223) Pagina
Pagina (44/223)
Carta Idrografica d'Italia
Sangro - Salino - Vomano - Tronto - Tordino e Vibrata
Ministero di Agricoltura Industria e Commercio
Tipografia Nazionale di G. Bertero & C., 1903, pagine 209
36
Oggidì, che un grave problema inconibe all'Italia e a molte altre nazioni d'Europa, quello della produzione a buon mercato delle derrate alimentari, per poter resistere alla concorrenza dell'1 nazioni transatlantiche, la quale diviene sempre più minacciosa, occorre che con la massima sollecitudine si rivolga da tutti la mente a risolvere il problema della maggiore produzione- relativa.
Valenti e benemeriti studiosi di cose agrarie, fra i quali con onore si dovrebbero nominare alcuni romani, che in forma chiara su giornali molto accreditati diffondono le nuove teorie, hanno orinai dimostralo alcune verità delle quali due sole riassumiamo:
1 che con l'attuale rendimento, alcune colture, compresa quella delle granaglie, avranno vita stentata;
che per aumentare il rendimento unitario delle terre occorrono lavori profondi, non sempre possibili se non con polenti forze animali o meccaniche.
l'osti questi due capisaldi nella futura agricoltura, è chiaro clic il lavoro meccanico sarà quello a cui in molte regioni dovranno tendere i nuovi sistemi culturali.
Ma siccome la forza meccanica per gli usi agricoli deve avere un costo moderato, altrimenti assorbirebbe il valore dell'aumentata produzione e non compenserebbe gli altri vantaggi che olirono i bovini, e per averla a buon mercato non potrà essere generata dal vapore, perchè in Italia, tranne nelle vicinanze delle poche miniere di lignite e di qualche torbiera, il combustibile fossile
0 vegetale, già abbastanza caro ovunque, acquista prezzi eccessivi non appena debba percorrere lunghi tragitti su vie disagevoli, così la trasformazione agraria riuscirà tanto più conveniente quanto più sarà possibile disporre delle forze idrauliche, che hanno un costo molto miuore delle altre.
Oggigiorno poi che la trasmissione elettrica di esse a grandi distanze e la distribuzione loro in pìccole quantità, consentono di usarle nei luoghi ove il carbone non potrebbesi trasportare, il vantaggio che si può ritrarre dai centri di produzione di tale forza motrice, aumenta fuor di misura e si spande anche a zone relativamente 1< ntane.
Molteplici sono lo possibili utili applicazioni della meccanica, nelle aziende agricole, ma fra tutte l'aratura profonda prenderà iì primo posto; ad essa adunque devono specialmente rivolgere l'attenzione i coltivatori di quelle regioni ove facilmente si può trasportare l'energia, i quali anzi dovrebbero unirsi in consorzio per la migliore utilizzazione dei mezzi di lavoro, curando perù nell'istesso tempo l'allevamento dei bovini, da destinarsi ad altri lavori, per non togliere alla terra quanto questi debbono tributarle.
In Italia le regioni favorite dalla natura per la nuova trasformazione, anzi predisposte può dirsi a questa, sono molte e vaste. La valle del l'o, piana e fertile, circondata dalle Alpi, ove abbondante è la forza idraulica che si può sviluppare; le basse valli dell'Arno e del Secchio, che hanno prossime le forze di questo secondo fiume; le maremme toscane e l'Agro romano, ove non mancano ì cor-i d'acqua abbastanza potenti ; le pianure presso gli ultimi tronchi del Liri, del Volturno, del Tuseiano e del Sele; le conche di Rieti e di Terni e molte altre distese litorali del Tirreno, del-l'Jonio, e dell'Adriatico, rappresentano superficie di qualche milione di ettari ove i prodotti del suolo potrebbero aumentare. Si noti che ricorrendo i principali lavori agrari, nel tempo in cui
1 corsi d'acqua non sono ancora in magra, sarebbe facile ottenere la forza idraulica occorrente senza deLrarne alcuna parte alle industrie, le quali calcolano la loro competenza sulle portate di magra e non su quelle ordinarie.
Ritornando, dopo questa disgressione, entro i limiti del presente studio, rileviamo che oltre la pianura fra Alfedena e Castel di Sangro, nella quale per la facile trasmissione delle energie create a poca distanza, l'aratura meccanica e le altre operazioni consimili potrebbero essere introdotte sopra una superficie di ettari 1500, un'altra pianura di più di 2000 ettari, si stende a fianco al Sangro nell'ultimo suo tronco, dopo lo sbocco dell'Aventino.