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Carta Idrografica d'Italia
Sangro - Salino - Vomano - Tronto - Tordino e Vibrata
Ministero di Agricoltura Industria e Commercio
Tipografia Nazionale di G. Bertero & C., 1903, pagine 209
cembri? all'aprile, frequentemente con l'acqua congelata; per cui se anco alimentassero una qualche sorgente, questa dovrebbe avere le magre molto forti, variamente prolungate e nelle annate ili siccità dovrebbe sparire del tutto.
La sorgente Capo di Fiume è bensì molto variabile nella portata, ma non appena raggiunge il modulo ili magra, dovuto alle acque profonde, acquista una grande costanza. Quindi è evidente che i laghi noi; hanno alcuna relazione con essa, o l'hanno molto piccola e temporanea. L'acqua di questi, detratta la parte che se ne disperde per evaporazione, provoca molte piccole sorgenti nei fossati prossimi, le quali spariscono col cessare della causa da cui dipendono, ossia nell'estate.
La medesima sorgente però, sebbene non accolga quelle acque superficiali, altre ne riceve, per immediata infiltrazione ed abbondantemente. Essa ha infatti, durante i tempi piovosi, quando l'Aventino convoglia le colatizie della campagna, portata forte, doppia quasi di quella ordinaria, ed alle volte la sua acqua è molto torbida. Se si poni- mente alla poca profondità occorrente alle acque di nitrazione per chiarificarsi, si comprende come questo intorbidamento dipenda da causa vicinissima, che potrebbe risiedere nel fiume stesso, nell'alveo del quale può affiorare a breve distanza la continuazione dei banchi calcarei che fanno capo alla sorgente e lasciar passare le acque fluviali non appena queste superano l'altezza delle piene ordinarie.
Le sorgenti Acquevive di Taranta richiedono per la loro alimentazione non più ili 25 km1 di superficie permeabilissima, la quale deve ricercarsi tutta nel gruppo della Majella, non essendovi più, sulla destra dell'Aventino, dopo l'alena, formazioni permeabili. La zona che più direttamente vi deve concorrere è quella compresa fra il monte Porràra ed il monte Tavola Rotonda, e ila essa ricevono pure l'alimento le infiltrazioni nell'alveo presso Taranta.
Limitiamo a questi brevi cenni le ricerche sul regime di questo gruppo ili sorgenti, avendone già discorso sufficientemente quando si descrissero le varie polle e non ritenendo d'altra parte conveniente una indagine più minuta perché nelle parziali indagini idrologiche non si può pervenire a cifre concrete, consentite soltanto per l'assieme dei fenomeni relativi ad un intiero sistema di monti.
Le kurgenti del Fiume Verde non richiedono difficili indagini sul campo che può alimentarle, poiché non potendo ricevere esse, alcun tributo dalla sponda destra dell'Aventino, tutta costituita da rocco impermeabili, e, per la stessa ragione, dalle pendici settentrionali della Majelletta, devono dipendere dalla regione posta al sud di questa, ed alla sinistra del fiume, al disopra della quota delle arenarie, ossia dalla parte più eccelsa del gruppo della Majella, fra il monte Amaro e la detta Majelletta, con una superficie permeabilissima nel versante sull'Aventino di km'J 100 circa.
Essendo pertanto di ni3 i la portata media di esse, occorrerebbero km- 12(> almeno di superficie alimentante, se l'assorbimento della pioggia per opera delle roccie permeabilissime fosse mediamente rappresentato da un metro di altezza. Ma dovendo essere questo alquanto più elevato, sia perchè le precipitazioni «u quelle alte giogaie devono certamente superare ni. 1. 50 d'altezza e sia perchè vi perdurano a luii-ro, nella massima parte in forma di neve, la superficie medesima può essere ridotta a km- 115 ed anche forse a meno. Allora la parte mancante per l'equilibrio fra la superficie d'alimentazione e le scaturigini dipendenti, sarebbe inferiore a km' 15.
Ridotta la questione a qnesle modeste proporzioni, non occorrono più per la sua soluzione quelle difficili argomentazioni che sembrano logiche soltanto perchè non se ne intravedono altre piti facili, ma che per loro natura non possono essere chiare in modo assoluto.
Ora invece, dovendo ricercare una cosi piccola superficie, facilmente la possiamo ritrovare nel bacillo del contiguo Pescara, attorno allo spartiacque ; nel quale bacino se, come abbiamo dimostrato nelle pagine addietro, alle sorgenti del (ìizio contribuiscono parie degli altipiani, rimangono disponibili stilla Majella oltre km* 30 ili superficie permeabile.
Si avrebbe cosi una ripartizione più razionale delle acque di tutto il gruppo della Majella stessa.