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   CAPITOLO III. Idrometri e pluviometri.
   Idrometri. — Non vi sono idrometri nel bacino del fiume Salino, né potrebbero utilmente funzionarvi poiché il largo letto ghiaioso del tronco principale e dei maggiori influenti, rimane invaso dalle acque in modo completo soltanto durante le piene, mentre ordinariamente la corrente ne occupa piccola parte e vaga in esso, divisa anche in vari rami.
   Pluviometri. — Nò sussidio migliore per giudicare del valore relativo delle portate ordinarie e di magra si ottiene dalle osservazioni pluviometriche, le quali, iniziate qualche decennio addietro, a Penne ed in altra località vicina, fuori del bacino, perdono ogni pregio per la loro intermittenza e poco varrebbero eziandio se avessero continuato regolarmente, perchè i luoghi nei quali si facevano erano troppo lontani dal campo di alimentazione delle acque perenni che formano la sola dotazione estiva del fiume.
   Quindi bisogna conchiudere che questi duo validissimi mezzi di studio del regime dei fiumi cioè gli idrometri ed i pluviometri, a nulla valgono nel presente bacino, e se a qualche determinazione vogliamo pervenire, dobbiamo valerci solamente delle osservazioni falle personalmente sui luoghi.
   Questo stato di cose, che si ripete frequentemente nell'Italia centrale, ci conduce a sconfortanti considerazioni durante le peregrinazioni attorno ai più grandi massicci montuosi dell'Appennino, cioè al Gran Sasso d'Italia, alla Majella ed ai monti Marsicani e più ancora quando se ne ascende qualche punta, pensando al vantaggio che le scienze d'osservazione potrebbero ricavare, se le ascensioni sulle eccelse vette, da chiunque ratte, ma particolarmente dagli alpinisti, avessero particolarmente in vista le ricerche naturalistiche, perchè allora facilmente i vari rifugi potrebbero divenir la sede di stazioni meteorologiche.
   Nel caso nostro, per esempio, il rifugio del monte Corno sul Gran Sasso d'Italia, quello della Majella e quell'altro negli alti monti della Marsica, potrebbero essere sedi di pluviometri auto-registratori, con risultati brillanti, che più interessanti ancora diverrebbero se sussidiati da una rete di stazioni termo-udometriche tutt'attorno, la quale pel Gran Sasso potrebbe comprendere quattro punti e cioè: il ponte della Lama, a m. 1300 circa di quota, (casa cantoniera provinciale al varco fra l'Aterno ed il Vomano) all'ovest del monte San Franco, so]ira Pizzoli (Aquila); il paese di Pa-ganica, nella valle dell'Aterno; il paese di Farindola, all'est e quasi al limite della catena; ed il paese di Pietracamela o l'altro di Fano di Corno, al piede immediato del monte Corno. Si avverta che nel cantoniere della strada provinciale e nelle guardie forestali, come pure nei maestri elementari, si avrebbero coscienziosi e zelanti osservatori, stimolati dal loro amor proprio ed incoraggiati con uno di quei tanti sussidui annui che a tali osservazioni sono destinali.
   Attorno alla Maiella eziandio sarebbe facile l'esercizio di stazioni consimili, nei numerosi paesi che la circondano, e più facili ancora poi lo sarebbero nel bacino del Sangro.
   Ritornando al Salino, facciamo osservare che, non ostante la quasi assoluta mancanza di pluviometri, si potrebbe, come fu fallo pel Pescara, trovare con sufficiente approssimazione la inedia pioggia delle alte giogaie, mediante le stazioni udometriche più vicine quali sono quelle di Teramo, di Aquila, di Alanno e di Isola del (Iran Sasso, ecc. Ma siccome nel Tavo spiove soltanto una piccola parte della superficie del Gran Sasso medesimo, ossia quella di alcuni suoi contrafforti, mentre la massa centrale più direttamente interessa il bacino del Vomano, cosi rimandiamo per tali medie al seguito del presente volume, quando più minutamente potremo svolgere questo argomento.