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Carta Idrografica d'Italia
Sangro - Salino - Vomano - Tronto - Tordino e Vibrata
Ministero di Agricoltura Industria e Commercio
Tipografia Nazionale di G. Bertero & C., 1903, pagine 209
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raggiungesse Lanciano e non so qual altro capo linea. A questo ardito progetto avrebbero man mano somministrato la forza motrice i molti fiumi attraversati, ed il Tavo pure, per la sua parte.
Nulla diciamo sopra questi progetti; solo l'acciaino osservare che alcuni, se non tutti, risentono l'influenza del momento in cui furono ideati. Si sa infatti che non appena un nuovo trovato incontra la simpatia delle masse, ad esso si accorda soverchia benevolenza, senza attendere che l'esperienza abbia dimostrato dove e quando possa esssere utilmente applicato. Cosi avvenne tempo addietro della locomozione a vapore, che si sarebbe voluta sostituire ovunque alle strade rotabili ; cosi avviene da qualche anno della trazione elettrica e cosi avverrà fra breve degli automobili.
mettere un po' di freno al presente entusiasmo, per quanto ha relaziono con le zone comprese nei bacini in esame, basterebbe pensare quali difficoltà tecniche e finanziarie si dovrebbero vincere per attraversare l'Appennino nella sua parte più aspra, affrontabili solamente dallo Stato, se, con più elevati intendimenti, ne scorgesse quella convenienza che non fosse solamente economica.
l'iù pratico invece sembra l'impianto di una rete di automobili elettrici che potrebbero ritrarre l'energia da alquante stazioni di rifornimento stabilite lungo le linee e sopperite da motori idraulici animali dal Tavo.
Molto minori sarebbero allora le spese dell'impianto, che entrerebbe nella categoria di una delle ordinarie speculazioni, e più elastico diverrebbe l'esercizio, non più vincolato dal traccialo fisso, ma ridotto alle funzioni di un rapido servizio di vetture pubbliche.
Neppur questo sistema però consente pel momento un giudizio definitivo, perchè si trova, può dirsi, ancora allo stato d'esperimento e molte difficoltà che indubbiamente presto saranno vinte, ne ostacolano l'uso comune.
L'utilizzazione delle acque del Salino per scopi agrari, fu studiata con maggiore ponderazione, meno prestandosi il soggetto ai brillanti miraggi.
Si sa che i terreni irrigabili e le acque irrigue sono quasi sempre vincolati reciprocamente, per modo che queste non possono essere con maggior convenienza rivolte ai terreni lontnni, quando ne hanno vicini, e quelli a lor volta sempre più si avvantaggeranno quanto minore distanza per giungervi le. acque dovranno percorrere.
La valle del Salino sulla fine del corso è fiancheggiata a destra da una bella ed ampia pianura, [ier cui già tracciato era il campo ove l'irrigazione poteva esercitarsi e ben determinati a priori erano i limiti di ogni progetto.
Entro questo spazio furono perciò fin da molto tempo addietro rivolti gli studi e vediamo infatti che col canale Landerset e cogli altri inferiori, Innamorati e Delfico, si mirava ad irrigare parte di questa zona, la quale quasi tutta poteva godere di tale benefizio, se invece di appartenere a molti proprietari fosse stato patrimonio esclusivo dei possessori dei canali stessi, o se fosse stalo possibile costituire un consorzio.
L'ingegnere capo provinciale di Teramo, G. Gragnola, nel 1885, in uno studio sull'idrografia della provincia, faceva rilevare come con le acque del Tavo, avvalendosi dei canali predetti e prolungandone uno, il più alto, attorno al colle su cui sta Montesilvano, fino a raggiungere la pianura litoranea, si sarebbero potuti irrigare con una spesa relativamente assai tenue, alquanto più di ettari 5(10 di buoni terreni in pianura.
Era cosi semplice tale progetto, anzi cosi evidente la convenienza, che non si sa capire come ancora non sia stato messo in esecuzione, tanto più che con esso non si pregiudicherebbe nessun interesse perchè l'acqua passerebbe all'agricoltura sol quando non potesse più in altro modo utilizzarsi.
Se però un'obbiezione si volesse fare, cioè che nel 1902 se ne consumava tanta da ridurre la por-lata a soli litri 200 al 1, si risponderebbe che nel settembre di quell'anno l'acqua spagliava senza scopo nei campi per incuria di chi vi attendeva e si consumava per evaporazione, a nessuno interessando allora di riportarla nei canali, come ji farebbe nel caso di un regolare sistema d'irrigazione.