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a cura di Federico Adamoli Aderisci al progetto!
tempi, in altri luoghi. E nessuno sapeva fare, cosi deliziosi come faceva lei, i bocconotti, piccole paste ripiene di mandorle o di conserva di frutta, e cotte in forme di latta scannellate. E che dirò degli uccelletti per il S. Antonio? Qui mia madre, gelosa osservatrice della tradizione e del rito, aveva modo di rivelare il lato artistico del suo ingegno. Il 17 gennaio (ora l'uso si va perdendo) giravano per le case uomini isolati, o riuniti in piccole compagnie, per cantare il S. Antonio, una canzone in onore di quel santo; e il canto era accompagnato da chitarre battenti, da triangoli, da buttafuochi e da qualunque altro arnese die potesse aver l'aria d'istrumento musicale. I cantanti si arrestavano davanti casa, o tut-t'al più, specialmente se era tempo cattivo, entravano nell* andito del portone. La serva poi scendeva e offriva loro da bere e quegli uccelletti, che non sempre avevan la figura di uccelli, ma che avevano mantenuto questo nome in memoria della loro unica forma primitiva: spesso erano cavallini, ciambelle ornate, fiori, stelle, agnellini. E i sonatori se ne partivano affermando che in nessun portone li avevano ricevuti così belli e così buoni. |