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Colledara
- aggiuntovi: Da Colledara a Firenze
Fedele Romani
R. Bemporad & Figlio, 1915, pagine 335

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   da tutti gli altri. La stessa rozzezza di esso par che contribuisca a dar forza ai sentimenti che può destare: un'arte squisita e raffinata forse li soffocherebbe o li porterebbe in un piano più basso.
   La chiesetta di Colledara è posta sopra una piccola collinetta, della stessa altezza, presso a poco, di quella dello stesso Colledara ; e sorge a poca distanza da esso ; e riunisce ed accentra, e per così dire organizza, tutto un gruppo di piccoli villaggi, che, dal nome della chiesa, si chiamano di San Paolo; e son disposti quasi in linea retta, ma descrivono allo stesso tempo, in profondità, una curva a guisa di festone, di cui Colledara è all'uno dei capi e tlii dall'altro. Nel mezzo, sono, in luogo più o meno basso, Carancia, Pantani e Chiovano. Colledara e Chiovano hanno tutti e due per conto loro una piccola chiesetta: ma S. Paolo è la chiesa madre e, per cosi dire, la cattedrale. Essa non forma, per altro, una parrocchia, ma una semplice cappellania, aggregata alla parrocchia di Castiglione delia Valle. Il cappellano non vi abita, ed è custodita da un romito che ha la sua dimora in un romitorio annesso alla chiesa. S. Paolo è chiesa antichissima, come risulta da una piccola lapide, scoperta non è gran tempo, la quale la dice edificata nel 1200 da un Alberghetti di Hadria, probàbilmente Atri dell'Abruzzo, e non Adria del Veneto. Una volta doveva essere tutta dipinta, secondo l'antico costume; e io mi ricordo di aver visto alcuni indizii di pitture semplici e rozze. Al tempo della mia fanciullezza la chiesa era quale l'avevano ridotta i restauri del '600, di quel secolo che vide il mondo sotto un aspetto così diverso dagli altri, e portò l'opera sua rinnovatrice, sempre piena d'un profondo desiderio di sontuosità e di ricchezza, fin nei più remoti e poveri villaggi. 0 seicento, avido di luce