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Colledara
- aggiuntovi: Da Colledara a Firenze
Fedele Romani
R. Bemporad & Figlio, 1915, pagine 335

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   gerava il perìcolo. Ma in certi casi un po' di esagerazione non guasta. Gli esami furono fatti serenamente e senza quella severità che potesse parere una vendetta compiuta poco nobilmente dietro il revolver spianato del questurino. Ma ciò non ostante quella masnada di scioccherelli dovette essere quasi tutta rimandata. In ottobre, non ostante che mi seccasse tornare a Nicastro, pure volli tornarvi a ogni costo, perchè non si dicesse che avevo avuto paura. Il mio compagno non osò tornarvi e così ebbe luogo la mia visita al provveditore. A ottobre i tristi fatti non si ripeterono.
   Nel 1891 fu bandito un concorso per la cattedra d'italiano nel Liceo Vittorio Emanuele di Palermo. Io presi parte a quel concorso ed ebbi la fortuna di riuscir vincitore. Questo accadde nell'ottobre, ma per le solite lungaggini del Ministero e per questo e per que-st'altro io non ebbi l'ordine di partire prima del marzo del 1892. Era l'anno che in Palermo c'era l'esposizione nazionale, ardito tentativo che s'era voluto fare in un'isola, e la prova era in gran parte riuscita. A me, che non avevo mai veduto un'esposizione nazionale, fece una grande impressione quella svariata e ricca riunione di prodotti d'ogni genere, dell'uomo e della natura, e gli spettacoli e le feste, che sogliono accompagnare certe solennità nazionali, contribuirono non poco a farmi parere più bella Palermo, che è per sè stessa, come tutti sanno, magnifica e superba.
   I primi giorni mi contentai di darle un'occhiata superficiale, perchè tutto assorbito nelle cure della scuola e della scolaresca di cui mi premeva di conquistar presto l'affetto e la stima; ma non tardai ad acquistare una sicura conoscenza di tutte le curiosità, di tutti i monumenti,. opera di civiltà diverse, di tutte le bellezze natu-