fumo, pur esso così ricco di vita e di misteriosi ricordi ultramondani, delle onde marine.
A Palermo la terra uccide il mare; il vero mare di Palermo è la terra, la terni nella sua gloria di luce e di verde: il mare è malinconico. A Palermo è possibile dimenticare di trovarsi in una città di mare. La più bella passeggiata, la più elegante, il magnifico viale della Libertà, tutto adorno di originali coloriti villini e giardini, non è sulla riva del mare. Guardate la differenza tra la parte che rappresenta il mare a Napoli e quella che rappresenta a Palermo : a Napoli terra e mare formano una cosa sola. Non c'è vicolo di Napoli dove non si senta, guardando su fino al cielo, che siamo vicini al mare : e per quanto l'uomo cerchi di inquinare quelle pure emanazioni, esse finiscono sempre col riportar vittoria; il mare investe la terra e gli comunica il suo alito, i suor colori, le sue trasparenze; dall'altra parte occhieggia e sorride, piena di giubilo e di gratitudine, al suo amico che la bacia e la carezza, e il Vesuvio sfoga l'esuberanza di quei sentimenti in caldi, fiammanti sbuffi d'affetto. Una sola caratteristica visione della vita del mare io riporto da Palermo. Il Cassero, ossia il Corso Vittorio Emanuele, come hanno voluto chiamarlo i patrioti, i quali sull'altare (per usare il loro linguaggio) del patriottismo hanno sempre sacrificato ogni memoria dei secoli che li avevano preceduti, si chiude, a chi lo guarda tenendo le spalle rivolte a Monreale, con la fascia azzurra trasversale del mare. In quella fascia azzurra qualche volta appariva improvvisamente l'allegra vela tutta lucente di bei colori d'una paranza. E restando per un po'di tempo tra la linea delle case, pareva che volesse entrare in città e tutto l'insieme era leggiadra visione di gaiezza.
Questa posa, questo, dirò, oblio del mare deriva a