Liceo, ma la Biblioteca e il Convitto nazionale. Le aule delle scuole sono generalmente molto ampie e potrebbero contenere 50 o 60 persone. Io trovai le classi che erano composte per lo meno di 40 alunni, perchè non erano state divise, come oggi subito si fa appena passano il numero di 30. Allóra io vidi per la prima volta che l'autorità non è quella cosa incorporea e ideale che generalmente si crede, l'autorità è un fluido materiale che è irraggiato e arriva dove gli permette l'impulso iniziale; sì che con studi e strumenti speciali si dovrebbe misurare e dire, per esempio, servendosi dei numeri : — Il signor X possiede un'autorità che corrisponde al numero tale.
Naturalmente questa quantità di forza non è fissa e varia secondo i momenti, i luoghi e le circostanze, e il numero non riguarderebbe il valore permanente della persona che si è fotta misurare. Io vedevo chiaro che la forza della mia autorità, in quei primi giorni, non riusciva ad arrivare fino alle ultime panche giù in fondo alla scuola, le quali rimanevano cosi fuori della mia, diremo, giurisdizione. E l'indipendenza di quelle ultime file si ripercoteva naturalmente sulle prime che mi sentivo di poter dominare. Lo studente di Palermo quando arriva un maestro nuovo, fa tutte le prove per vedere un po'come si deve comportare: saggia, come si suol dire, il terreno. Periodo veramente critico perchè decide della riuscita del professore. Un amico mio che per essere stato a Palermo prima di me e per varii anni, conosceva bene l'indole degli abitanti e degli studenti in ispecie, mi aveva raccomandato: — Non t'arrabbiare: salva sempre le forme. — Io ubbidiente alla raccomandazione, adottai fin dal primo momento un soave paterno sorriso, che non smettevo mai anche quando dentro boi-