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Colledara
- aggiuntovi: Da Colledara a Firenze
Fedele Romani
R. Bemporad & Figlio, 1915, pagine 335

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   essa qualche cosa d'insolito e di strano che lo fermò. Quando fu esaminato il fatale ingombro e miscuglio e si capì il disegno di chi ve l'aveva disposto, tutti inorridirono pensando a quel che poteva avvenire. Il giovane delinquente fu scoperto e arrestato ; ma i giurati ebbero poi pietà di lui, gli perdonarono quella scappatella, gli fecero promettere di non farlo più e l'assolsero.
   Gli scolari di Palermo sono in generale così : se non vi stimano nè si sono affezionati, non ci si resiste; ma se sapete guadagnarvi la loro stima e il loro affetto, sono tutti per voi per la vita e per la morte. È un'opera difficile, ma una volta compiuta se ne gode il premio: si vive tranquilli. Se gli scolari tengono un contegno conveniente a scuola, voi siete sicuri e non dovete temer di nulla. Se non vi fossero amici ve lo farebbero capire in mille modi. Non c'è pericolo di guerre nascoste: la guerra che si deve fare si & alla luce del sole. Questa non è piccola cosa. Ci sono invece dei paesi dove gli scolari sembrano tutti angioli; educati, tranquilli, rispettosi; e poi sottomano coltellate.
   Io continuavo intanto quei primi giorni coi sorrisi e col bromuro e con qualehe barzelletta di tanfo in tanto. La cura aveva il suo buon effetto e mi pareva di notare che T indisciplinatezza diminuiva. Se dovevo mandar via qualcuno dalla scuola, non gli dicevo: Lei esca o vada via, come generalmente si usa; ma facevo un gesto con la mano, ma un gesto come per scherzo che voleva dire lo stesso e spesso accompagnavo quel gesto con un furbesco ammiccar d'occhi. Lo scolare capiva subito e usciva. Coi meridionali in genere e coi siciliani in ispecie non c'è bisogno, anche in casi molto meno facili di questo, non e' è bisogno della parola per farsi capire ; spesso basta un gesto quasi impercettibile. La parola è stata in-
   ino