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Colledara
- aggiuntovi: Da Colledara a Firenze
Fedele Romani
R. Bemporad & Figlio, 1915, pagine 335

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   ma questi sfoghi violenti si arrestavano per lo pił al cortile e non osavano di salire le scale e d'invadere le classi che erano al primo piano. Immagino che oggi con tanti progressi la marea di quelle brevi ribellioni studentesche abbia imparato a montare e che le scuole non siano pił salve.
   Frequentavano il Liceo e pił ancora il ginnasio, insieme coi maschi, moltissime ragazze, ed era un bello spettacolo la mattina, al loro arrivo, tutti quei pennacchi, quei fiori, quei nastri d'ogni colore. Alle dimostrazioni esse non pigliavano parte, almeno manifestamente; ma certo le loro vocine dovevano adoprarsi a rinfocolare le ire e i bollori maschili. Oggi me le immagino furibonde e scapigliate gridare anch'esse, come tutti gli altri, a squarciagola. Gli studenti maschi in generale si conducevano bene con esse e le rispettavano ; e questo va notato, perchč i siciliani e i meridionali in genere, in grado maggiore degli altri italiani, non sanno avvicinare una donna giovine e piacente senza pensare all'amore e alla conquista. Per altro non sapevano astenersi dallo sfogare i loro istinti e i loro impulsi col disegno. Le scale del Liceo erano sempre deturpate da disegni osceni; forme enormi che facevano ripensare all'etą degl' ictiosauri e dei brontosauri. Accanto o nel mezzo di quei disegni erano sempre scritti i nomi delle ragazze del Liceo o del Ginnasio in fama di maggior bellezza. E qualche volta c'erano delle vere e proprie dediche lunghe ed elaborate. Gli studenti tracciavano quei disegni non quando venivano alla scuola o ne uscivano, perchč sarebbero stati facilmente visti e scoperti, ma quando in altre ore andavano in Biblioteca : il Liceo e la Biblioteca avevano la scala in comune.
   Quei disegni erano la disperazione dei presidi. Spesso