e quasi in povertà, si ostinano a tenere la carrozza e i cavalli ; a questo proposito corre una leggenda che certo non avrà ombra di verità, ma che serve benissimo a caratterizzare l'indole della popolazione. La smania della carrozza, secondo quella leggenda è tale, che molte famiglie poco agiate si riuniscono insieme e mettono ciascuna una certa quota di denaro per tenere una carrozza in comune. E siccome è molto forte anche la vanità dello stemma, ogni famiglia ha per conto suo un paio di sportelli col proprio stemma e gli sportelli sono cambiati col cambiare delle famiglie ohe vanno in carrozza.
Non so poi come facciano quando nasce in tutti contemporaneamente il desiderio di andare in carrozza. Probabilmente in tali casi si ricorrerà alla sorte.
Le carrozze più che per andare da un punto all'altro della città, non essendo la città molto grande, o meglio non stendendosi su una superficie molto vasta per la sua forma raccolta e quasi circolare, più che per andare da un punto all'altro della città servono a mostrarsi alla passeggiata. Le passeggiate sono due, una per i pomeriggi d'inverno, il viale della Libertà, e l'altra perle sere d'estate, il Foro Italico, o, come oggi Io chiamano, Foro Umberto. È incredibile il numero delle carrozze e dei ricchi equipaggi che si affollano nelle vie del passeggio in detti luoghi. I signori e specialmente le signore siedono sui loro cocchi in gran contegno senza dire una parola; e pare impossibile che rimanendo a quel modo tutta l'ora del passeggio, essi possano divertirsi; ma il loro principale divertimento si fonda su cosa che noi non comprendiamo: nel pensare all'invidia che susciterà il proprio attelage, la propria toilette, nell'osservare quelle degli altri. La parola verrà poi quando saranno tornati a casa.
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