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Colledara
- aggiuntovi: Da Colledara a Firenze
Fedele Romani
R. Bemporad & Figlio, 1915, pagine 335

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   Appena egli era uscito date stanza, precipitò tutta insieme la volta staccata e sconquassata di questa con gran fracasso» La casa fu inondata dal forno, il quale era così denso e fitto che non lasciava neppure coi lussi scorgere più nulla. Nessuno, al primo momento, sapeva bene cosa fosse successo. Qualche cosa di terrìbile certo : ognuno cercava di salvarsi, e tutti si chiamavano l'un l'altro senza trovarsi. Finalmente tra quel fumo si feeero strada alcuni contadini coraggiosi, e visto Vincenzo ardere a quel modo, lo presero, lo svestirono in fretta e lo adagiarono su un letto: e per dargli un qualche lenimento al suo inenarrabile strazior lo ricoprirono d'un lenzuolo inzuppato d'acqua fresca, che tornavano a ribagnare e rinfrescate ogni tanto. Quando io arrivai e potei fiumi strada guidato per mano da un contadino tra quel densissimo fumo, trovai Vincenzo appunto mentre veniva aiutato con quei bagni Egli era tutto color avana: un solo triangoletto era bianco suUa fronte, perchè al momento dello scoppio era coperto da un ciuffo di capelli. Egli mi pregava supplicava di ucciderlo o di farlo uccidere. Intanto medici non e'erano, perchè a Gol-ledara non c'è medico residente. Per averne uno, bisognò chiamarlo a gran voce da un villaggio vieino. Io intanto pensavo, e giustamente, che forse quei bagni d'acqua fresca avrebbero affrettato l'infezione delle piaghe. Era orribile vedere alzarsi insieme col lenzuolo, che doveva essere rituffato nell'acqua, lunghi lembi di pelle. L'infelice intanto aveva dei fremiti convulsi e continuava a invocare la morte. Dalla vastità delle scottature io capii pur troppo che essa non poteva tardare a venire, avendo sentito dire che ogni scottatura è mortale quando si estende a un terzo della superficie del corpo. E in quel caso altro che un terzo!