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Colledara
- aggiuntovi: Da Colledara a Firenze
Fedele Romani
R. Bemporad & Figlio, 1915, pagine 335

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   tutta la varia mutevole incantatrice armonia delle onde del mare che carezzano e flagellano, che innalzano e distruggono e annientano. Nessuna musica mi è più grata di questa all'orecchio ed all'anima.
   Invisibile come Perseo armato dell'elmo, ecco, varco breve spazio di luogo, ma non breve spazio di tempo, ed entro nella stanza del duca, dove io fui presente un giorno alla gara di frizzi, di motti pungenti e a volta sguaiati tra Benvenuto Gelimi e Baccio Bandinelli. Il duca ascoltava con compiacenza signorile e nello stesso tempo alquanto feroce e selvaggia: nell'espressione del suo viso si rispecchiava la vita e i costumi del secolo. Chi poteva tener dietro a quel vivo scoppiettio dell' ingegno, dell' odio, del rancore? Che gran beceri eran quelli! Beceri di quella fatta oggi non esistono più, credetemi pure. E che elegante atteggiamento per abitudine d'arte, che pigliavano durante quella battaglia di parole i due scultori ! Rivedo il Cellini che mentre con una mano s'appoggia a un tavolino, tenendo il braccio un po'indietro, alza l'altra agitando il dito, in atto di rinfacciare qualche difetto al suo avversario. In quell' atteggiamento io vedo nella sua persona un qualche ricordo della posa elegante del Perseo. Egli non ha in mano la testa di Medusa, ma da quel dito mi par di veder slanciarsi le saette dell' arguzia, non meno terribili e pericolose dei serpentelli del Gorgone.
   Io rivivo in un istante la vita di molti secoli: l'anima mia si raddoppia; e fa sì che io non sia mai assalito dalla noia e dalla stanchezza aggirandomi per queste strade, tra questi antichi edifizi. L'anima mia è l'emanazione ideale e impalpabile, è il riflesso di queste linee, di queste forme: o queste linee e queste forme sono state concepite per rappresentare plasticamente le forme e le linee immateriali dell'anima mia. La mia vita errante per