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Discorso preliminare.
anteriori al medio évo, in cui veramente sorse il comune italiano.
Ecco intanto terminata 1' opera, a cui certo io posi tutto 1' amore di cui mi sentivo capace e tanto che, incredibile die tu! non l'ho interrotta neppure in un giorno, che fu il più terribile della mia vita... e che ha questa spezzata per sempre !
III. Ma veniamo alle ragioni che mi hanno mosso al presente lavoro e dicansi prima quelle generali per la storia di ciascun comune d'Italia e d'altrove.
La cognizione della vita intima dei comuni nel medio évo, e specialmente d'Italia, è il desiderio dei tempi nostri e lo scopo della pubblicazione di tanti documenti municipali che aspettano i. loro sapienti illustratori. Perocché finora gli storici si sono occupati dei fatti pubblici e solenni degli stati ed anche delle città; ma dell' interna costituzione e delle intime condizioni di queste ultime, non che dell' influenza che quelle esercitano sugli eventi maggiori non s' hanno, a quanto io sappia, per veruna città d'Italia lavori compiuti ; ed ognuno quindi comprende quanto alla piena e scientifica conoscenza della storia delle città giovi la notizia di questi fatti intimi. Si è perciò che molti eruditi oggi spronano i pazienti indagatori delle cose municipali a studiare questo lato importantissimo della storia italiana, onde poi a suo tempo si agevoli il gran lavoro di sintesi, che il futuro storico d'Italia e de' suoi comuni dovrà compire.
Fuor d'Italia si contano begli esempi di siffatti studii, e notevoli tra questi sono da reputarsi le storie di alcune comunità pubblicate in Francia fin dal 1.820 da Agostino Thierry nel Courier franfais. A tal proposito il Cantù (i) manifesta un giusto voto dicendo, che esse storie « parvero rivelazione di un genere nuovo di fatti, « che restavano a cercare sotto quelli che sono ordi-
(i) C. CANTÙ, Storia universale, t. Ili, racconto, lib. XI, cap. xvn, in nota, a p. 425 della nona ediz. torinese.