Discorso preliminare. XIII
ed il nostro Pretuzzio, che ognuno conosce e che neppure sette secoli di politica divisione son valsi a spezzare ! Tali fatti ci pongono, a dir così, in una singolare condizione di equilibrio fra il regno e le Marche ; inoltre il contrasto fra'i costumi e le leggi dell'uno e quelli delle altre, tanto simili ai teramani ; fra le aspirazioni nostre verso esse contrade e il fatto purtroppo contrario ; tra gli sforzi nostri, specie nel medio évo, per conseguire i vantaggi politici ed economici della terra materna, a cui fin tentammo ricongiungerci nel secolo xni, e la stragrande potenza di uno Stato monarchico-feudale che dovea soffocarli ; questa condizione, questi contrasti destano in chi si piace di considerare gli evènti e di scrutarne le cause un vivo e nuovo interesse e un conseguente -desiderio di conoscere gli uni e le altre, che lo storico deve appagare.
Questo in generale ; scendendo poi ai particolari, noteremo subito che la storia dei nostri brevi confini appare interessante fin da' suoi primordii e si collega anche prima de' tempi romani, come mostrano i recentissimi or citati scavi della necropoli di Tortoreto, a quella dell' intero Piceno, e quando il ..Pretuzzio, sede di una delle italiche federazioni, avea in Interamnia il suo conciliabiihun.
Non meno importante essa ci si mostra sotto la dominazione romana, allorquando la coesistenza nella Stessa città d'Interamnia di uh municipio e di una colonia, ci rivela un fatto, se non unico, almeno assai raro, « casn ladmodum raro» direbbe il Mommsen (i).
Tace poi la sua storia, come quasi da per tutto in Italia, d-nfante 1' epoca barbarica ; e pure essa-ha un lato peculiare alla fine del secolo vi, quando .le lettere di S. Gregofio Magno e altre prove ci mostrano, contro 1' opinione dei più, che le nostre contrade furono per lunga stagione schive dall' oppressione longobarda e soggette al marchese di Fermo.
(i) MOMMSEN, Corp. Inscript. Int., .voi. IX, p. 485.