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Il Comune Teramano
nella sua vita intima e pubblica
Francesco Savini
Forzani e C., 1895, pagine 612

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   XIV Discorso preliminare.
   Ma il punto culminante, che ben deve chiamarsi il più critico e insieme il più glorioso della nostra storia comunale, e con cui questa propriamente incomincia, splende nel secolo xm. Durante esso, rispondente al periodo che qui a ragione chiamasi di libertà, si concentrano gli sforzi dei Teramani per conseguire quella libera vita, che godevano le vicine città, specialmente marche-giane; al cominciar del medesimo fanno il primo passo, ottenendo il podestà e le franchigie municipali dal vescovo, loro signore; nel mezzo di quel secolo essi,traendo prò da ogni evento favorevole, siccome quello della più larga dominazione pontificia, s'avanzano d'un altro passo nella via della libera vita, conseguendo il parlamento e il podestà forestiere ; nello scorcio del medesimo finalmente i Teramani, combattendo le ultime battaglie della libertà e sostenendola gagliardamente in faccia alla regia potenza con ogni mezzo interno ed esterno, perdono, è vero, il maggior privilegio del governo autonomo e del podestà che lo incarnava, ma pur serbano intatto, contro ogni regio divieto, il diritto del giudice scelto fuor del regno ; ultimo avanzo purtroppo della passata autonomia ! È bello perciò e lusinghiero per la memoria dei nostri avi lo scorgerli in quelle estreme lotte per la libertà levare arditamente il viso contro la stessa onnipotenza dello Stato.
   Questo è dunque il lato più importante della nostra storia municipale, il quale, dandole un aspetto davvero singolare, deve, anche al confronto delle altre tanto maggiori storie dei grandi comuni italiani, destare vivo interesse in ogni leggitore.
   Tale singolarità del nostro stato libero comunale nel secolo xm ha per verità un riscontro, fra noi, maggiore nell'Aquila e minore in Atri. Pel primo comune è cosa notoria essere stato nel regno l'unico, che, foggiatosi sullo stampo di quelli liberi, di Toscana, abbia saputo mantenersi autonomo di fatto e fino ali' epoca moderna, nel 1530, in faccia ai re di Napoli. È questo perciò l'unico esempio di un comune regnicolo superiore per la durata

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