XX Discorso preliminare.
i villaggi e i casali loro, non che gli antichi paesi una volta soggetti alla nostra città; per la parte storica poi vi si leggono le epoche varie, nelle quali ciàscun paese venne aggregato all'antico o moderno comune. L'altra tavola contiene lo stemma antico ed il moderno, il sigillo attuale, lo stendardo della città e i quattro gonfaloni dei quartieri di questa, secondo la descrizione, che se ne da al proprio luogo (cap. xxvi, § 8). Avrei pur voluto dare un saggio degli antichi sigilli comunali, ma dì questi non esiste più veruno; né dalle ricerche per me fatte nel civico palazzo è venuta fuori alcuna traccia de' medesimi: solo è noto che il comune di Teramo usava, sotto la dominazione dei Borboni, l'arma reale di questi con attorno la semplice scritta eli detto comune. Ancora dunque in tale ultimo segno era bandito ogni ricordo delle spente prerogative cittadine!
E così io mi sono sforzato, non so con quale esito per altro, di adempiere ai nuovi compiti dello storico di un comune, esposti di sopra, e seguendo insieme il consiglio di un recente scrittore: « Perché le storie mu-« nicipali - ei scriveva (i) - riescano utili alla storia ge-« nerale d'Italia, conviene sieno condotte con sufficiente « corredo di ricerche e studi nuovi ed esposte con me-« todo scientifico ».
Questo ho tentato di far io. In ogni modo chi legge sia benigno con l'autore se non trova nel libro quella copia di fatti e, ciò ch'è più, quel sapiente ordinamento de' medesimi, che certo debbono essere il suo desiderio; attribuisca egli la prima cosa alla scarsezza de' documenti e la seconda al difetto di forze nello scrittore, il quale rammenta a chi legge il vecchio esametro:
Quid potui feci, faciant meliora potentes. Teramo, 28 ottobre 1894.
(i) Cf. A. GIORGETTI, in Ardi, slot: {tal., disp. IV, a. 1889, pag. 121.