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Il Comune Teramano
nella sua vita intima e pubblica
Francesco Savini
Forzani e C., 1895, pagine 612

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Cap. I - Origine dei comuni italiani e opinioni varie sulla medesima. 5
   Romani, in quelli cioè degli Etruschi, Umbri, Galli cisalpini, Veneti e Liguri, l'Italia dovette avere, con le varie forme politiche, pur sempre predominante il governo municipale e che più tardi sotto i Romani i municipii ebbero molti privilegii e fino il nome di repubbliche (i). Vuole egli poi che, durante l'invasione dei Goti, questi permettessero in Italia, come appunto si sa con certezza facessero i Visigoti in Ispagna, la continuazione del giure municipale romano (2), e che i Greci con l'instituto dei duchi non to-gliessero, ma sol modificassero e restringessero cotal diritto (3). Venendo poi ali' epoca dell' invasione dei Longobardi ed analizzando, con la scorta di Tacito, gli antichi loro usi, arguisce dal-l'intervento dei nobili nei grandi giudizi! e nelle guerre l'esistenza nelle città italo-longobarde dei consigli minori per gli affari municipali (4). È certo però che sotto quei barbari le città italiane conservarono un patrimonio proprio e la cura delle strade, dei ponti e delle opere pubbliche (5). L'aver poi i Longobardi (giusta il Muratori) gli ordini dei nobili e del popolo fa argomentare la esistenza dei consigli comunali composti di nobili longobardi e di liberi possessori rimasti dell'antico popolo che formavano tutt'insieme una sola nazione (6); e, supposto anche interrotto per qualche tempo il governo municipale degli antichi Italiani nel primo bollore della conquista de' Longobardi, pure è d'uopo riconoscere che esso fu da questi ristabilito nella sostanza, qualunque fosse stata la forma ed il nome diverso (7). Da ultimo dopo la discesa dei Franchi, come rimasero intatti gli antichi ordini generali del regno longobardo, così restò pure il governo comunale delle città (8). In quanto poi agl'inizi della vera potenza dei comuni italiani, egli ne assegna il tempo nel secolo x, ciò argomentando dalla grande potenza che già godevano nel seguente secolo xi alcune italiane repubbliche siccome quelle di Genova e di Pisa (9), ed anche da alcuni documenti che adduce. Conchiude infine il Pagnoncelli, dopo aver riepilogato tutta la sua dimostrazione (io), che il go-
   (1) PAGNOMCELLI, op. cit., voi. I, pp. 142-146.
   (2) PAGNONCELLI, op. cit., voi. I, p. 151.
   (3) PAGNONCELLI, op. cit, voi. I, pp. 159, 165, 179. 00 PAGNONCELLI, op. eh., voi. II, p. IDI.
   (5) PAGNONCELLI, op. cit., voi. II, p. 90.
   (6) PAGNONCELLI, op. cit., voi. II, pp. 109, 186.
   (7) PAGNONCELLI, op. cit., voi. II, p. 187.
   (8) PAGNONCELLI, op. cit., voi. II, p. 190.
   (9) PAGNONCELLI, op. eh, voi. II, pp. 246-250, 285. (io) PAGNONCELLI, op. eh., voi. II, pp. 252-271.

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