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Il Comune Teramano
nella sua vita intima e pubblica
Francesco Savini
Forzani e C., 1895, pagine 612

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   poraneo lo stato municipale degli Italiani sotto i barbari particolarmente longobardi. Ci sembra poter dividere questi storici, senza tener conto delle-minute differenze tra loro, in due schiere: quella degli scrittori che derivano i comuni italiani del medio evo da origine romana e antica italica stimando non mai interrotta, neppure sotto i Longobardi, la sostanza del vetusto municipio, e la quale cornponesi, come abbiam visto qui sopra, principalmente di Pagnoncelli, Savigny, Balbo, Rezzonico, Bianchi-Giovini, Flegler, Capponi, Rosa, ecc. ; l'altra schiera annovera quegli scrittori che credono in tutto spento il vecchio municipio italico e romano ed
   11 comune italiano del medio evo sorto dai nuovi elementi in gran parte germanici e che nomansi Sigonio, Sismondi, Leo, Bandi di Vesmee Fossati, Trova, Bethmann-Hollweg, Hegel ed altri ancora.
   27. Fra tante sentenze sarà, lecito ancora a noi, per quanto non autorevoli, dar fuori la nostra ipotesi. Nell'esporta qui non ci perderemo in lunghe dimostrazioni, giacché e l'indole del nostro lavoro e il luogo secondario, che in questo occupa siffatta questione, c'impediscono di troppo dilungarci; e, paghi soltanto a dire la nos.tra opinione, ne rimetteremo l'apprezzamento a chi legge. Diremo dunque subito che, in quanto all'origine tedesca del comune italiano, ci sembra impossibile che questo, si ricco di scienza, arti e commerci, sia nato dalla barbarie dei germanici invasori. In quanto poi all'origine romana, ognun sa che i Romani non fondarono propriamente i municipi!, ma permisero piuttosto la continuazione dei diritti municipali .nelle città d'Italia da loro man mano conquistate. Neppure ci sembra probabile sia sorto il comune nelle trasformazioni civili del medio evo senza relazione agli antecedenti ed antichissimi instituti delle città. Da ultimo per quel che riguarda l'opinione che il governo comunale non sia mai venuto meno in Italia dai tempi preromani, quantunque le sue forme abbiano necessariamente subito l'influsso'delle straniere dominazioni, fino a quelli dei Longobardi e dei Franchi, diremo che di ciò non si può ottenere una dimostrazione strettamente storica, sendochè manchino dell'epoca longobarda, in cui più sarebbero opportuni, quei documenti che attestino la schietta natura dei diritti cittadini d'aflora. Quindi tal dimostrazione deve fondarsi su dati storici più o meno probabili, e gli argomenti della medesima, che noi non possiamo qui produrre, il lettore troverà negli autori che più di proposito hanno sostenuta la non interrotta durata del governo municipale, siccome il Pagnoncelli, il Savigny, il Rezzonico, ecc. Del resto checché siasi del valore assoluto di siffatti ar-

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