Cap. I - Orìgine dei comuni italiani e opinioni varie sulla medesima. 17
gementi, noi modestamente pensiamo che essi valgano almeno a dimostrare, se non la durata perenne del vero e proprio diritto municipale antico, la continuazione non interrotta e quanto si voglia latente della tradizione italica e romana del municipio. Ne dobbiamo quindi.conchiudere che la vita comunale ed anche talvolta federativa sia insita negli animi degli Italiani e che, ^iccome in tempi prosperi fiorirono le federazioni etrusche e le leghe italiche, così in un'epoca tornata un'altra volta felice dopo le oppressioni barba-riche rifiori lo spirito della cittadina libertà e sorsero i gloriosi comuni italiani del medio evo e le loro famose leghe, siccome la lombarda e la toscana. Era dunque sempre il medesimo popolo, pur modificato quanto si voglia dalle vicende di lunghi secoli ed innestato con quello nuovo dei nordici invasori, che sentiva gli istinti della vita civile e li manifestava e li facea prevalere ogni volta che prepotenti ostacoli e anche la sua propria debolezza non si opponessero a cotesto svolgimento. Così noi vediamo sin dai più remoti tempi prosperare in Italia i piccoli stati e le confederazioni de' suoi antichissimi popoli : Liguri, Veneti, Etruschi, ecc. e perfino sotto la poderosa dominazione romana goder singolari privilegi i municipii e potere stringere tra loro potenti leghe ed anche far guerra ai proprii presso che invitti dominatori. Cotesto spirito immortale di municipal libertà aleggiò sempre tra i nostri vulghi anche durante i domimi germanici e si hanno indizii di vita comunale (nella cura delle strade, de' ponti e delle opere pubbliche) ancora sotto i Longobardi che pur furono gì* invasori che più s'insinuarono nei costumi e nelle leggi italiane e più li modificarono. Questi elementi di vita civile, stimiamo noi, si giacquero sopiti insino a che, compiutosi il rinnovellamento degli ordini poli-dei e cittadini del medio evo e sortane la nuova società florida di arti e di commerci, emersero nella loro splendida veste i comuni italiani. E chi' proprio volesse ricercarne la primitiva origine, non dovrebbe trovarne le prime tracce nei prischi abitatori d'Italia che a noi portarono dall'Oriente le forme municipali e federative ? Né la cosa deve apparir difficile e di siffatta relazione tra gli antichi usi italici e quelli nostri medioevali citeremo un esempio dal Mi-cali. Questi, parlando del potere giudiziario affidato dagli Etruschi a liberti che mutavansi ogni anno, scrive (i) che tal costume « si « trova sotto altri nomi (podestà) ed altre forme riprodotto nelle « repubbliche italiane dopo il mille ». Così pensando noi non in-
(i) MICALI, L'Italia avanti il dominio dei Romani, par. I, cap. xxi. SA VINI, // comune teramano. 2