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Il Comune Teramano
nella sua vita intima e pubblica
Francesco Savini
Forzani e C., 1895, pagine 612

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Cap. Ili - Parallelo storico del comune teramano con gli altri d'Italia. 27
   periodo ed il cominciamento del secondo sullo scorcio del secolo xm, mentre la stabile conquista normanna della nostra regione seguì, al dir del Palma (i), intorno al 1140 e quindi a questo tempo si dovrebbe assegnare la separazione della fortuna nostra comunale da quella delle altre città italiane : non si meravigli esso di ciò, giacché il fatto nostro è speciale e si compie diversamente che non quello degli altri comuni del regno di Napoli. Difatti Terarno, e per esser vicina a quella parte d'Italia, ove il comune godea più libera vita e per essere stata da poco (dalla metà del secolo xn) strappata dal Piceno, a cui da secoli apparteneva, serbò più a lungo gli antichi ordini municipali che la ravvicinavano alle città delle Marche e della Toscana, e mantenne finché potette il podestà e, anche quando questi scese alla più modesta qualità di giudice, cercò sempre, malgrado le leggi anticomunali del regno, di tener viva la tradizione italiana con l'eleggerlo fuori del regno. Di ciò è prova in un prezioso documento del 1292, di cui parleremo al proprio luogo (2), e col quale si vogliono soffocare le aspirazioni dei Teramani ali indipendenza cittadina e, quel che è più, il loro desiderio di farsi pari ai comuni delle Marche e della Toscana, contrade che ivi espressamente si nominano. Si è perciò che riguardo a Teramo la vera epoca della dimimitio capitis del suo comune si deve mettere alla fine del secolo xai e propriamente allorché non più si ode il nome del podestà, quel nome ch'era l'ultimo anello storico che ci univa (ormai virtualmente) alle sorti più felici delle città della media Italia e che, non ostante i terribili divieti dello imperatore Federico II e le oppressioni angioine, valse ancora per lungo tempo a tener desta tra noi la tradizione italiana del comune. Frattanto noteremo che nel detto primo periodo, tanto nella parte sua più oscura sotto i primi imperatori e re d'Italia, quanto nell'altra più assai conosciuta, le magistrature dei conti, dei ga-staldi e degli sculdasci prima, e dappoi del podestà che, come innanzi vedremo, tra noi appaiono eguali a quelle dell'alta e media Italia, ci fanno intendere la simiglianza delle condizioni nostre cittadine con quelle di esse partì della nostra nazione.
   2. In quanto al secondo periodo, che, sebbene politicamente incominci alla metà del secolo xn col nostro assoggettamento ai Normanni, pur municipalmente principia col secolo xiv, la nostra città ebbe in esso periodo una vita comunale assai meschina al pa-
   (1) PALMA, op. cit., voi. I, p. 155.
   (2) Vedi innanzi cap. x, § 9.

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