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Il Comune Teramano
nella sua vita intima e pubblica
Francesco Savini
Forzani e C., 1895, pagine 612

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   2 O Parte I - Prolegomeni alla storia del comune 'teramano.
   ragone delle altre città d'Italia, seguendo le misere condizioni comunali del regno di Napoli esposte da noi nell'antecedente capitolo. Quindi non più tra noi si odono i nomi del podestà e del governo comunale, ma in quella vece prevale il capitano regio e il podestà diviene un semplice giudice, gì' instanti civili languono tra noi né più s'innalzano edifizii come poc' anzi nel secolo XIH sorgevano chiese monumentali quali S. Francesco, S. Domenico ed il duomo col suo mirabile campanile. Così, mentre a poche miglia da Teramo stupendi e molteplici templi e palazzi s'innalzano a sempre più adornare la vicina Ascoli, per non parlare delle altre città più lontane, a Teramo invece s'arresta, per dirla alla moderna, il movimento edilizio e con esso quello civile ed economico. Eppure la storia nostra e i nostri costumi ci avrebbero spinti sulla stessa via di prosperità è i' esempio vicino avrebbe anzi destato in noi l'emulazione. Ma una nuova e terribile forza sì era frapposta tra il nostro contado e l'altro che con questo confinava a settentrione; e la divisione, che n'era seguita politicamente, valse in breve ora a segnare il distacco della nostra sorte cittadina da quella dei nostri vicini, non tanto però da cancellare, siccome spesso vedremo in seguito, ogni orma dell'antica analogia delle condizioni municipali di Teramo con quelle della parte superiore d' Italia. Ma volgiamoci intanto a scandagliar le cause che produssero a noi tanta sciagura.
   3. Queste sembrano a noi sieno state di doppia natura: fisiche e storiche. In quanto alle prime accenneremo : i° La postura naturale della nostra città, poco propizia allo svolgimento de' commerci e de' traffici, perché troppo vicina ai monti e lontana dal mare, non situata su qualche grande via di comunicazione tra vasti centri di popolo, né quindi in alcun contatto con questi; 2° II clima grave ed alquanto umido che, sebbene non insalubre, pur non desta gli animi ad ardite imprese; 3° La natura degli abitanti un po' torpida e non molto inchinevole all'industria ed all'attività del commercio e sulla quale ha certo influito la cagione precedente cioè del clima che, giusta il poeta, come la terra
   simili a sé gli abitator produce.
   In quanto poi alle cause storiche noteremo : i° La conquista normanna, seguita per noi, come abbiamo detto più sopra, nel mezzo del secolo xn, la quale, avendoci tolto alla madre regione picena, costituì la principale ragione storica dell'arrestarsi del Pretuzzio nella via del benessere specialmente municipale; 2° La forma monarchico-

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