34 Pane II - II comune teramano nell'evo antico.
In quanto a questo secondo capo, giustificheremo il raddoppiamento della ^ nella parola Pretii^io, del tutto nuovo negli antichi e moderni scrittori, con la solenne ragione dei titoli latini originali, dicendo insieme che il Momuisen è stato il primo ad adottare siffatta grafia, nel latino s'intende. Egli invero usando (r) « Interamnia Praetuttiorum, Agri Praetuttiani », soggiunge: «sic « scribendum esse docet titulis n. 5066 » ove si legge : « Tito Statio « T. F. Vel. Praetuttiano... C. Statius Praetuttianus frater ». Al quale noi aggiungeremo l'altro scoperto nel 1884, operandosi lo sterro per la stazione della strada ferrata in Teramo, che ognuno può scorgere infitto nel cortile del palazzo comunale della stessa città e che comincia: « Valeriae Praetuttianae ». I monumenti parlano chiaro, né v'ha luogo a dubitare. Solo vi sarebbe ad opporre la lapide n. 5084 « Collegium Centonariorum » ecc., ove il Momm-sen legge « Praetuttianorum » ed il Dressel « Praetutianorum » (2). Ma la pietra è talmente rósa al posto di quella parola, che sfidiamo chiunque a poterla supplire nell'uno o nell'altro modo, ed ognuno può far ciò, giacché il titolo è confitto nel sunnominato cortile. Dunque quest'ultimo esempio nulla toglie alla giustezza dell'adottata grafia. Noi queste lapidi riferiamo fra i documenti (n. r).
Ciò detto, soggiungiamo ora alcuna cosa sui primi abitatori della nostra regione.
L'agro pretuzziano confinava a settentrione con l'Elvino, oggi Vibrata, a mezzogiorno col Vernano, ad oriente col mare Adriatico e ad occidente con gli Appennini ; il qual territorio corrisponde quasi esattamente a quello dell'attuale diocesi di Teramo ancora chiamata, col vecchio nome, aprutina. Senza entrar qui nelle intricate questioni sui varii popoli che ne' tempi primitivi occuparono il Pretuzzio, che questo non è propriamente il nostro compito, accenneremo a ciò che ci sembra necessario allo scopo che ci siamo prefisso, pur ricordando al lettore che anche oggi, dopo tanti studi sulle genti italiche, è da ripetersi la sentenza del Cluverio (3): « cuius « generis fuerint Praetutii haud facile dictu est ». Secondo Plmio (4) i primi abitanti del Piceno e del Pretuzzio furono i Siculi co' Li-
(1) MOMMSEN, Corpus inscripl. lalin., Berolini, 1883, voi. IX, p. 485.
(2) MOMMSEN, op. e loc. cit.
(3) CLUVERIUS, Italia antiqua, t. I, lib. II, fol. 744, Leidae, 1610. Ed egli ne sapeva qualcosa, ch'era stato ad Aquila e a Pescara e eh' è riguardato come il fondatore della geografia storica. Cfr. PARTSCH, Philipp Clùver, der Begrunder der historiscben Lànderkunde, Wien und Olmùtz, HOlzel, 1891.
(4) PLIN., Hisl. natur., lib. V, cap. xn et xui.