Cap. IV - L1 Interamnia Pretuzzia ne* tempi preromani. 3 5
burnì, giacché si crede comunemente che i Siculi, dopo aver colonizzato la Grecia e la prossima Liburnia (la Dalmazia e 1* Illirico), da questa venissero in Italia; quindi ai Siculi ei stima succedessero nian mano gli Umbri, gli Etruschi, i Sabini e fors'anco i Galli, a Orti sunt (Picentii) a Sabinis ... Siculi et Liburni plurima eius « tractus tenuere : in primis Palmensem, Praetutianum Adrianumque « agrum. Umbri eos expulere, hos Hetruria, hanc Galli ». Tra i moderni il Micali (i) nella sua tavola sinottica degli antichi popoli italiani stabilisce sei di questi nell' Italia centrale : i° i Siculi; 2° gli Umbri; 3° i Tirreni o Etruschi; 4° gli Osci, detti Ausonii dai Greci; da questi Osci poi 5° i Sabini, dai quali 6° i Piceni, i Pretuzzii. Da siffatte ricerche il sangue de' nostri Pretuzziani apparisce sabino e perciò osco. L'origine sabina dei Piceni è attestata altresì da Strabene (2), da Pesto (3) e da Silio Italico (4). Si sa che l'osco fu uno de' più antichi e numerosi popoli italici e « la testimonianza « degli scrittori - dice il Vannucci (5) - e la somiglianzà delle lingue « dicono chiaro che da essi (Osci) o da un ceppo comune venivano «i Sabini, i Piceni, ecc. ». Tal ceppo comune doveano essere i Pelasgi, i quali, secondo la comune opinione, venivano direttamente dalla Grecia e originariamente dall'Asia, punti di partenza di tutti i popoli dell'universo. Checché siasi delle prime ed oscurissime derivazioni, certo si è che gli Osci, dopo aver dato origine alle più gloriose stirpi dell' Italia centrale e meridionale siccome furono i Sabini, i Sanniti (Sabinites), i Marsi, i Vestini, i Marruccini, i Peligni, i Frentani, i Lucani, stabilirono il loro nome originale e la loro sede più propriamente nella Campania. Abbattuta la loro potenza principalmente dagli Etruschi, furono gli Osci disprezzati e chiamati dai Romani barbari. « Tuttavia - scrive a tal proposito « il Micali (6) - i poeti, veri promulgatori della fama, celebrarono « in più modi l'antica rinomanza, lo splendore e la prodezza degli « Osci (e cita Virgilio (7) e Silio) (8). La loro lingua, che ve-« dremo dilatata in tante regioni d'Italia, sopravvisse non solo alla « loro distruzione, ma ebbe ancora molta parte nella formazione
(1) MICALI, St. degli antichi pop. ital., Firenze, 1852, voi. II in fine.
(2) STRABON., Geogr., V, 158.
(3) FEST. in Picena regio.
(4) SIL. ITAL., Vili, 441.
(5) VANNUCCI, St. dell'Italia antica, Milano, 1873, voi. I, p. 217.
(6) MICALI, L'Italia av. il dom. dei Rom., par. I, cap. xiv, in fine.
(7) VIRO., VII, 728-30.
(8) SIL. ITAL., Vili, 526-29 et al.