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Il Comune Teramano
nella sua vita intima e pubblica
Francesco Savini
Forzani e C., 1895, pagine 612

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Cap. IV - L'Interamnia Pretuzzia ne' tempi preromani. 3 7
   noi venuti dall'Asia minore, come appunto si furono gli Hethei o Hittim (i).
   3. Ma veniamo più particolarmente ai popoli della regione nostra. Abbiamo visto (§ i) che i Piceni sono creduti derivanti dai Sabini, i quali al pari degli stessi Piceni, dei Vestini, dei Mar-ruccini, ecc., appartennero alla grande famiglia sabella, che dal Mommsen (2), forse con maggiore precisione e probabilità storica, è detta umbro-sabellica. Ora i Pretuzziani, che stavano fra i Piceni e i Vestini, sono solo perciò da reputarsi della stessa derivazione sabina ed in ogni modo da tempi remoti furono considerati Piceni. Se non che prima di procedere innanzi, è uopo porre in sodo questo punto, se» cioè, i Pretuzziani furono un sol popolo coi Piceni. Plinio confonde un po' le cose, giacché quando parla del Piceno (3) prima lo estende sino ali'Aterno, oggi Pescara, comprendendovi l'agro pretuzziano e l'agro atviano, e poi, chiudendo il periodo, dice dei fiumi e dell' « Helvinum, quo finitur « Praetutiana regio, et Picentium incipit ». Anche Livio (4) in certo modo distingue l'ager praetutianus dall'ager picenus. In ogni modo poco dopo la conquista romana il Pretuzzio entrò nella quinta grande provincia, che fu appunto il Piceno.
   Torniamo alla stirpe dei Piceni e dei Pretuzziani. Il P. De Cara (j), che ha raccolto il frutto delle ultime ricerche sulle regioni degli Etèi, dopo aver detto che il nome del Piceno e della Peucezia fu dagli antichi e dai moderni interpretato con le solite etimologie ariane o dal greco Trainai, pino, dalle pinete, di cui dovevano abbondare, come scrisse il Curtius (6~), oppure dal latino Picus, divinità nazionale rispondente allo Zeb? dei Greci, sostiene che « i Peucezi ed i Picehtini furono uno stesso popolo pelasgico « (il che del resto, aggiungiamo noi, è detto pure da Silio « Italico) (7) e le terre da loro abitate presero il nome di casa, « stanza, ovverosia paese dei Ceti, cioè degli Hethei. Questo è il
   (i) Cf. DE CARA, Degli Hittim o Hitliei e delle loro migrazioni, che è una crudità ed originale trattazione pubblicatasi nella Civiltà Cattolica dal 1890 al 1894, ove, sebbene con qualche ardita ipotesi, si ricercano con vasta critica le origini degli antichi popoli d'Italia.
   (i) MOMMSEN, 5f. romana, trad. SANTINI, Milano, 1863-67, p. 36.
   (j) PLIN., Hist. iiatur., lib. HI, cap. xm.
   (4) Liv., Epit., XV. '. (5) DE CARA, op. cit. in Civ, Cattai, fase. V, nov. 1892, p. 290.
   (6) CURTIUS, Griecbiscbe Etbimol., I, 133.
   (7) SIL. ITAL., Di bello punico, Vili, 439-45.

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