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Il Comune Teramano
nella sua vita intima e pubblica
Francesco Savini
Forzani e C., 1895, pagine 612

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Cap. VI - Variazioni onomastiche della città da « Interamnia » ecc. 5 9
   gobardi. Inoltre Paolo Diacono (i) chiama le città di Bologna, Persicelo, Osimo, ecc., occupate da quel re nel 728, « Castra « Aemiliae •>. In secondo luogo, se vuoisi una prova a dir cosi topica, citeremo un atto del secolo x letto dal Brunetti nel celebre ed ora smarrito cartolario della cattedrale di T eramo, e che si chiude : « Actum in Aprutio in loco qui dicitur Castro » (2). In terzo luogo, in quanto cioè all'aggettivo aprutiensis, lo vedremo nello stesso cartolario frequentemente adoperato nelle appartenenze della nostra città. Così un atto del 926 (3) parla del « territorio « Aprutiense, in loco ubi Interamnes vocatur » un altro (4) ; menziona « Episcopiura quod edificatum est in Comitatu Aprutiensi, « in loco qui Interamnes vocatur ». Ma abbiamo anche, a più luminosa prova di ciò, un atto compito fuori de' nostri luoghi e più vicino di tempo alle lettere di san Gregorio Magno: esso, che è del 767 (5), ci parla del territorio « aprutiense » sul fiume « Trottino » o T ordino che bagna ancor oggi le mura della nostra città e i campi del suo territorio. Ora ci resterebbe, in quarto ed ultimo luogo, a dimostrare che essa città era allora nel ducato o marchesato di Fermo,, ma siccome ciò ci verrà meglio fatto più innanzi (6), ragionando delle condizioni nostre ne' tempi del dominio greco e longobardo, cosi a quel luogo rimandiamo il lettore. Dunque, possiamo qui conchiudere, il Ca-strum aprutiense delle lettere di san Gregorio Magno è lo. stesso che Aprutium o per lo meno quel luogo di questa città, il quale si disse Castro.
   2. Ed ora veniamo ad Aprutium & a dimostrare che tal nome indicò la città e non solo la regione nostra. Non faremo qui certo una discussione delle ragioni prò e contro siffatta sentenza e perché questo non è il luogo per le controversie e perché di ciò abbiamo trattato nella citata « Dissertazione ». Ci terremo quindi paghi a dar qui i soli argomenti necessari! a provare il nostro assunto, e ciò faremo compendiando le ragioni esposte in quel nostro opuscolo. i° Le dizioni delle riferite lettere di san Gregorio Magno: in una (7) si legge la frase: « Aprutium pastorali solicitudine desti-
   (1) PAOLO DIAC., De geslis Longob., lib. VI, e. 49.
   (2) BRUNETTI, Fragm. mss-, lib. Ili, ap. PALMA, op. cit., voi. I, p. 77.
   (3) G. B. DELFICO, Dell'Interamnia Preludia, pp. 21-25.
   (4) G. B. DELFICO, op. e loc. cit.
   (5) Cfr. FATTESCHI, Memorie de' ducbi di Spoleto, 1801, p. 270.
   (6) Cfr. FATTESCHI, op. cit., cap. vii, § 4.
   (7) S.GREG. MAGN..OP. cit.,lib.XH, epist.XIIelAFFÉ-EwALD.op. cit. n. 1855.

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