68 Parte III - II comune teramano nell' évo medio.
di nuovo de' Normanni e di « illam partem Firmanae Marchiae, « quae nondum pervasa est, et Ducatum Spoletanuin », ove indirettamente ma con chiarezza è indicata la nostra regione sotto quella parte della Marca fermana allora appunto invasa dai Normanni (i). Nello stesso anno 1080 quel pontefice confermò a Roberto Gui-scardo le investiture a costui date da Niccolo II e da Alessandro II, concedendogli, fra altro, la suddetta « pars Marchiae Firmanae » già occupata da quei guerrieri. Ma se tali documenti per avventura non si stimassero bastevoli, noi ne citeremo due locali e, per giunta, importantissimi, dal celebre cartolario della cattedrale di Teramo, ora smarrito, e datici dall'Antinori (2). Il primo è Una donazione che nel marzo 1027 Giovanni prete e canonico di detta chiesa e figlio di Roccia, di nazione longobarda, fa a Pietro vescovo aprutino. Egli dona « all'Episcopio, compendia qui l'Antinori (3), « di S. Maria nel luogo di Interamne nel territorio Apruziense... « la chiesa di S. Silvestre sita in quel territorio nel luogo deno-« minato Ponziano al vocabolo di Acquaviva » con le dipendenze « nel territorio stesso e nel contado Fermano ». Noteremo anche i confini, che ivi appaiono: il mare Adriatico, il Trento, il rivo di Lucigliano, Cisterna sul fiume Salino, e l'estensione che si dice di circa cento moggia. L'altro documento è pure una donazione, fatta nel novembre del 1101 in Aprulio (4), con cui Odemondo e Rimo (sic) di Landolfo danno alla Chiesa aprutina « i loro beni « in Abruzzo e nel territorio Fermano nelle pertinenze di Colon-« nella e Tortoreto». Non può aversi dunque maggiore sicurezza dì questa per credere che la nostra contea aprutina facea allora parte della Marca fermana. E persino dopo l'annessione di quella contea al novello regno di Napoli mantenne essa il nome di Marca. Difatti nella celebre pace di Benevento del 1156 conchiusa tra il papa Adriano IV e il normanno re Guglielmo I, per la quale questi s'ebbe dal primo l'investitura del regno di Napoli, si cita pure la Marchiani o Marsiam che comprendeva i Teatini, i Pennesi, i Mar-sicani e gli Aprutini (5). Il trovarsi poi nelle suddette citazioni
(1) Cfr. PALMA, op. cit, voi. I, p. 132, ove si dimostra la prima invasione
(2) ANTINORI, Mss. nella Biblioteca del Liceo di Aquila, voi. L, ove si narra dei Vescovi di Teramo.
(3) ANTINORI, op. cit., ad an. 1027, ove si cita il .cartolario a e. 39.
(4) ANTINORI, op. cit, ad an. noi, ove si cita, lo stesso a e. 61 a t.
(5) V. ANTINORI, Mem. star, abrutf., voi. II, p. 73. Noi notiamo qui che il MURATORI, Ann. d'Ital. ad an. nj6, citando il documento del BARONIO, ad