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Il Comune Teramano
nella sua vita intima e pubblica
Francesco Savini
Forzani e C., 1895, pagine 612

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Cap. VII - Condizione municipale di Teramo nel periodo barbarico. oj
   sempre insieme la marca di Fermo ed il ducato di Spoleto ci mostra che la prima era inclusa nel secondo ; sicché deve credersi che il nostro conte dipendeva allora immediatamente dal marchese di Fermo e mediatamente dal duca di Spoleto. Diciamo allora, giacché questa unione del marchesato e del ducato appare soltanto dagli ultimi tempi longobardici, cioè dal secolo vili (i), avendo noi più sopra dimostrato che prima di quel tempo la marca o ducato fermano con la dipendente contea aprutina trovavasi nell'Italia romana. Anzi soggiungeremo che quella distinzione, che si fa nei sopracitati documenti tra la marca fermana ed il ducato spoletino, pur nominati insieme, ci sembra accennare alla non remota aggregazione dell'una all'altro.
   5. Dimostrato che la contea aprutina facea parte dell' Italia romana, durante quasi tutto quel periodo che abbiati! chiamato barbarico, ci tocca ora vedere qual si fosse il governo provinciale e municipale in esso periodo nella suddetta porzione d'Italia, libera dagli invasori longobardi e soggetta agli esarchi di Ravenna, in-stituiti già dall'imperatore Giustiniano dopo la caduta de' Goti, non meno che ali' influenza de' Papi, massime quando sul trono di S. Pietro sedeva un san Gregorio Magno. Diremo dunque che allora nelle provincie s* incontrano i Duces stabiliti dal primo esarca Longino ed i ludices, i primi luogotenenti militari ed i secondi capi giudiziarii e civili, i quali, sebbene decaduti dalla primiera importanza, rispondevano agli antichi Praesides e Consulares. Nelle città minori poi e ne' luoghi fortificati (siccome era appunto il suddetto nostro Castrum Aprutùnse) e' imbattiamo nei Comites e nei Vice-Comites. In quanto poi alla costituzione municipale, specialmente al principio del secolo vii, diremo che le lettere di san Gregorio Magno sono la grande fonte delle notizie di tal genere. Da esse infatti si rileva che le provincie andavano divise in territorii municipali ed il paese in Funài; di che anzi vedremo qui sotto un esempio patrio. Le stesse ci parlano, tra le autorità comunali, del Curator e del Patronus Civitatis (2) e talvolta del
   an. 1156, dice non osare spiegar la Marchiani « per la marca di Camerino, che « è la stessa con quella di Fermo e d'Ancona ». Noi invece crediamo di aver dimostrato con gli addotti documenti che proprio di questa Marca, ove era allora la nostra contea, si trattava nell'atto di Addano IV.
   (1) Fu Guido, degli antichi signori d'Austfasia, che nello scorcio del secolo ix, succedendo al nipote Lamberto, riunì nelle sue mani il ducato di Spoleto e la marca di Camerino, come si disse ancora quella di Fermo.
   (2) S. GREG. MAGN., Epist., lib. IX, ep. XCVIII, edizione maurina.

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