un Santo Stefano porta sopra un suo libro tre pietre, in segno della lapidazione. Metti tre pietre sopra ogni tuo nuovo libro e datti pace ». Egli ^rispose col suo riso arguto: «Ma quello stolto dello struzzolo m'ingolla il libro e le pietre ».
Non più sembrava timido; anzi indovinavo in lui non so che tenerézza protettrice e il desi/ derio contenuto di chiedermi ch'io gli parlassi de' miei guai. Io era bene il suo fratello minore, ed egli pareva cercasse il modo di sopportare il mio carico. Mi ricordo d'una bella parola antica ch'egli mi ripetette con una maravigliosa nobiltà: « Acciocché tu più cose possa, più ne sostieni ».
Questa parola oggi la scrivo sul muro della casa straniera, e considero d'averla ricevuta da lui per testamento.
Poi fece l'atto d'alzarsi, mi prese per mano e mi disse: « Vieni ora a vedere la cameretta che ho per te, quando tu la voglia ». Un candore infantile ardeva in lui, e il primo verso del sonetto di Francesco Petrarca mi sonava nella memoria.
Era una piccola stanza chiara, quasi una cella di minorità, con uno di que' letticciuoli che per/ suadono a serbare una sola attitudine per tutta la durata del sonno. Come rispondendo alla domanda sommessa che gli avevo fatta dinanzi alla sua tavola prodigiosa, mi mormorò in un
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