CORRIERE ABRUZZESE - Annata 1876 |
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Il canale di Suez è da parecchi anni aperto, e le nostri navi non solcano in gran numero quelle acque rimaste celebri dopo il passaggio del popolo di Mosè. Ora ò all' Inghilterra che dovremo chieder permesso, se vorremo seguire le orme di Nino Bixio. Tanto è vero che a nulla valgono le istituzioni, a nulla valgono i canali e le strade, se per avventura manchi la forza viva del paese. Ed è questo che manca a noi. #*# In Italia il Parlamento continua a discutere i bilanci, senza grossi incidenti. È un bene, oppure un male? Considerando il fatto che tutti a destra e a sinistra hanno paura di entrare nella via delle riforme e delle economie, sopprimendo molti impieghi inutili e-molte grasse prebende, noi saremmo tratti a dire: meglio così. A che vale far tante chiac-chere ed empir 1' aria di lamenti, quando nessuno vuol sopprimere un uffizio e nessuno vuol restringere il numero di quella falange di parassiti che vannoconosciuti sotto il nome di capi-divisione e capi-sezione a 5 o a 10 mila lire annue? Non è la prima volta che le discussioni dei bilanci, furono cagione di forti attriti; ma, dopo una inutile perdita di tempo le cose rimasero come prima. C è da piangere; ma, che volete? I popoli »on si cambiano così facilmente, e le loro rappresentanze sono Io specchio delle loro virtù-e delle loro colpe. tempi delle burrascose sedate per la legge sui provvedimenti eccezionali, ebbe adire:. Noi, o signori,, non ci conosciamo ! Alcuni presero questa esclamazione' dell'on. Attignente per uno sfogo oratorio, o almeno per una esagerazione. Noi non crediamo nè T uno nè V altra. Basta ricordare quanto si disse di men* vero o di inesatto sul conto della Sicilia, per dar ragione all' Abignente. Chi non avrebbe creduto, a sentire i sostenitori di quella-legge molto eccezionale e poco politica, che Palermo fosse un nido di malfattori una città poco men che barbara, in cui fosse spento ogni sentimento di vita civile? Eppure, quanti convennero colà in occasione del Congresso degli scienziati,, doverono constatare e la coltura e i grandi progressi della cittadinanza palermitana nella via della libertà. Ma, per avere un esempio che possa toccare più direttamente noi abruzzesi, ricorderemo che, alcune settimane dietro, i giornali di Milano, per solito redatti con molto acume, registrando: il fatto di alcune masnade di malfattori che si aggiravano per le apriche ed ubertose colline della Brianza,. chiudevano il loro racconto a fondo- oscuro, con queste parole: « nemmeno se fossimo trai monti degli abruzziU. Invero non vogliamo credere che a Milano prendano per briganti quanti sian nati in queste provincie che per amenità, di luoghi e per bontà, di costumi non han nulla ad invidiare alle colline in cui villeggiano le ricche famiglie lombarde. Ma-è certo (e noi lo possiamo attestare per aver dimorato alcuni anni in Lombardia) essere tuttavia assai divulgata la credenza in quei paesi che cioè tra gli abruzzi il brigantaggio non sia ancora spento. La qual bugiarda, credenza non è,a dire quan- pa milanese e torinese, con la quale creeremo una reciproca relazione giornalistica, avrà a ricredersi, quando che sia, delle false opinioni che, anche dopo 15 anni di unione italiana, son restate a nostro carico, non avremo forse reso un servizio ai paese? Questo scopo noi ci siamo prefìssi, e poiché dalla lieta accoglienza che i nostri concittadini han fatto al primo numero del Corriere Abruzzese havvi cagione a sperare della prosperità della nostra pubblicazione; noi, per parte nostra ci sforzeremo sempre più a rispondere degnamente ai legittimi desideri di questa colta popolazione. NOSTRA CORRISPONDENZA Da una lettera di un nostro amico stralciamo le seguenti notizie: Ascoli Piceno 1. Dicembre 1875, Giovedì ultimo, in mezzo ad una folla compatta e irrompente cominciarono alla nostra Corte d' Assisie i dibattimenti contro Oreste Berardi vedovo della marchesa Lucrezia Odo-ardi. Egli è accusato di tentato assassinio in persona dell1 avv. Emidio Formica, e adempie all' ufficio di pubblico accusatore il valente Zanni. La natura della causa, 1' età non matura dell' accusalo, le molte relazioni di lui con i più distinti cittadini rendono questa causa celebre per diversi rapporti. Aggiungi che insieme ali avvocato Morichetti, siede al banco della difesa 1' illustre criminalista piemontese, 1' avvocato Tommaso Villa. Egli viene da Roma, riavutosi pochi giorni or sono da una forte infreddatura di petto che raccolse negli ultimi giorni del dibaiti mento per la causa di Luciani. Ho parlato con lui di questo grande sciagurato. Egli spera molto dalla Cassazione in cui andrà egli stesso,, |