CORRIERE ABRUZZESE - Annata 1876
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     V
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    difendere 1' amico disgraziato. L' on. Villa è un ometto piuttosto basso e non tarchiato. É notevole che mentre la sua testa è quasi bianca, i baffi e il pizzo son neri. Significa che avrà lavorato assai più colla testa in sua vita.
    Il giornale ufficiale che si stampa qui unisce la sua voce a quelli che lamentano i rigori della legge sul giurati e in special modo dell1 articolo 49. Anch' io spero che 1' onorevole Mancini avrà ad abrogare quella legge quanto insulsa, altrettanto contraria allo svolgimento della libera stampa. Io non so capire come in Italia ove, almeno a parola, tutti si credono in dovere di difendere gì' interessi della stampa, poi in certe occasioni si fa di tutto per conculcarli. In verità, io sarei per il regime del'o Czar delle Russie. Almeno colà si sa ciò che si vuole.
    Vi annuncio un lavoro del nostro concittadino Cantalamessa- È intitolato 6rigirio l'orfanello e Vendesi a beneficio dell' Orfanotrofio maschile. Io non ho avuto tempo di leggerlo ma, a sentita dire, i pregi di quest'ultimo lavoro del Cantalamessa sono parecchi e di qualche entità.
    LI? ELEZIONI DI DOMANI
    Domani gli elettori della Camera di Commercio sono chiamati ai cornili per sostituire o rieleggere gli uscenti per seguito sorteggio. Noi raccomandiamo a loro di esercitare questo diritto, accorrendo numerosi alle urne. Da parte nostra, presentiamo una lista di nomi già a noi raccomandata da alcuni elettori. Da essa gli elettori vedranno che non si vollero innovazioni molte, masi credette deportarvi quanto bastasse per rinvigorire la legale rappresentanza del commercio e delle industrie. Quindi noi presentiamo cinque nomi, la cui onestà e virilità di propositi non è ad alcuno ignota.
    màm n elettori, i signori:
    lo sorregge non chiamandolo alla porta del convento per un piatto di fave o di ceci, ma aprendo nuove scuole, nuovi istituti, nuovi ricoveri. È queito il solo modo per aiutare il suo simile senza u-miliarlo.
    Voi operai, voi poverelli della nostra città, benedite al nome del sapiente benefattore vostro.
    BIBLIOGRAFIA
    ad regem italia victorium emanuelem
    Carmen al0is1i vinciguerra
    ii.
    Il poemetto è diviso in tre libri o canti, che sono il principio, il mezzo e il fine del ciclo logico, in cui si svolge la mirabi! tela ordita dalla fantasia del poeta. Cogliendone il filo, questa ti si disegna nella mente e si colora di una luce interiore, creando nel!' animo un tumulto
    Ri pensieri, di affetti e di desio:
    e quasi senza volere ti tornano a mente i bei versi di Orazio:
    Semper ad eventum festinat; ed in medias res Non secus ac notas, auditorem rapit; et quae Desperat tractata nitescere posse, relinquit: Atque ita mentitur, sic veris falsa remiscet, Primo ne medium, medio ne discrepet imum.
    Tentiamo di ricreare questo ordito.
    Si crede generalmente che le idee teogo-niche e cosmogoniche degli antichi si sincre-tizzassero nel politeismo. Nulla di più falso. Questa forma poteva convenire alla robusta giovinezza dei popoli primitivi, ma non era il contenuto della loro sapienza. Giove che presso Omero Desa i destini, e scaglia in Orazio i
    la fatale città, progenitrice di ftoma ? é* forte stirpe di Romulidi.
    Ordita così nel primo libro k tela     Compiuti i destini, il poeta scioglie art ; terzo libro V inno della vittoria, e cantateìt Iodi della virtù e i meriti immortali dell'Era, istoriati nel Cielo, come rapito dalla preseci felicità all' infausta rimembranza dei mali (issati, rivola con mestissimo affetto ai leali delle incursioni barbariche, che causarono a caduta dell' impero latino, e delle conseguenti discordie intestine, che resero l'Italia preé; contrastata degli stranieri: donde con nati* raUssirno trapasso rientrando nelle lodi del He e del libero reggimento, colle opere grandi®» di mano e d' ingegno che ne sono seguii» accenna precipuamente al traforo dol Cenis&r quinci volato in Francia, tocca de'casi fitn e luttuosi dell1 ultima guerra e della solleva ¦ zione di Parigi, avvivando col contrasto delle ' tinte la pittura dei beni goduti in Italia, simboleggiati nel ritorno di Astrea sulla terra, ed insegnando, con bellissimo documento di sapienza civile, che nessuna mutazione politica è veramente operatrice di beni durabili, dove non ristori V ordine morale e non fondi il regno della giustizia. C.
    Cronaca Abruzzese
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    sentiamo una lista di nomi già a noi raccomandata da alcuni elettori. Da essa gli elettori vedranno che non si vollero innovazioni molte, masi credette deportarvi quanto bastasse per rinvigorire la legale rappresentanza del commercio e delle industrie. Quindi noi presentiamo cinque nomi, la cui onestà e virilità di propositi non è ad alcuno ignota.^
    Eleggete dunque, o elettori, i signori:
    Gameli Pacifico De Fabritiis Vinoenzo De Ascentiis 3_iULoia.no Garroni Giuseppe Sardella Ottavio
    UN BELL'ESEMPIO
    Nel breve elogio che il nostro amico, Cav. Montori, ha fatto del compianto Eiir-rico Manoia e scritto: » coli' ultimo atto di sua volontà degnamente suggellò quell'abito di cristiana carità che aveva costantemente informato il viver suo, e pel quale il suo nome andrà lungamente sulle bocche dei poveri. »
    A molti lontani dalla nostra città saranno queste parole riuscite poco intelligibili. Ci affrettiamo noi a farle comprendere. Il nostro concittadino nel suo testamento ha lasciato un reddito annuo di cento lire al nostro ricovero di mendicità.
    Noi uniamo la nostra voce a quella del Montori, ed aggiungiamo che il Manoia coli' ultimo suo atto di volontà non solo ha suggellato la sua vita cristiana, ma hat fatto cosa degna di uomo che vive . nel ' mondo moderno.
    La civiltà ha le sue esigenze e diversi modi d'esplicarsi. Se un giorno il ricco credevasi in dovere di lasciare a congreghe e a conventi il suo patrimonio, oggi con )a nuova coltura e coi nuovi bisogni sociali stende la mano al povero, e lo ,orregge nel!a dura via della miseria. E
    I» ~;?-r-
    Atque ita mentitur, sic vens ihis« icuua^c», Primo ne medium,'medio ne discrepet imum.
    Tentiamo di ricreare questo ordito.
    Si erede generalmente che le idee teogo-niche e cosmogoniche degli antichi si sin erotizzassero nel politeismo. Nulla di più falso. Questa forma poteva convenire alla robusta giovinezza dei popoli primitivi, ma non era il contenuto della loro sapienza. Giove che presso Omero pesa i dr stini, e scaglia in Orazio i fulmini iracondi, non è che il ministro di un potere arcano, as o'ulo, monóteist co, che conquide non meno i numi che i mortali, restaurato più tardi e purificato dal crist ane-simo. Ora questa fede nel nodo perpetuo dei fati, che domina le credenze religiose dei popoli antichissimi e si trasfonde nei loro miti, invase altresì le antiche letterature, e col genio greco-latino sopravvisse fino ai nostri giorni, riservati a fugare, colla luce delle progredite scienze, gl'immortali abitatori dai deserti dell'Olimpo. Non è quindi meraviglia che questo poemetto, stampato lutto sulle orme dei classici (che è il suo pregio e il suo difetto capitale) ritraesse anche in questo il carattere della classicità, rannodando al filo della tradizione latina i recenti avvenimenti d' Italia.
    Invaso il tema con una confidente invocazione al Re, in cui già senti grandeggiare 1' imagino dell' eroe,
    Per quem post varios casus, miserosque labores Itala gens tandem, excussls cervice catenis, Imperio potuit Componi laeta sub uno,
    e toccato con soave mestizia dell' esser proprio e del caro loco natio, raffigurato nell' an^ tica Beregra, il poeta accenna alla convenienza di celebrare con versi latini il restitutore della latina dignità, ed invocato il genio di Virgilio, s'introduce acconciamente a trattare della grandezza ed arduità dell' impresa d' I-talia, paragonata all' impresa di Ènea: traendo nondimeno dalli stessa grandezza dei mali, con fiera e terribile imagine scolpiti, gli auspici di un migliore avvenire, già stabilito dai fati ; appunto c#me accadde al figliuolo di Anchise, cui l'implacata ira di Giunone, e il molto sangue versato nel Lazio, e i casi grandi e infelici della guerra non tolsero di fondare
    I boleggiau nei » uv.  . ed insegnando, con bellissimo documentò'"jj sapienza civile, che nessuna in ut azione poli tic-j è veramente operatrice di bèni durabili, fj0vp non ristori 1' ordine morale e non fondi il reI gno della giustizia.
    Cronaca Abruzzese
    Aquila. II Consiglio comunale di Àquila ha discusso diversi argomenti, tra cui quello della dotazione Teatrale per la stagione ve», tura. Il Consiglio ha volato L. 3 mila per la prossima apertura del teatro.
    Un Aquilano, reduce da un viaggio da Dresda racconta di aver veduto alcuni vasi antichi in cretaglie e un calice d' argento artisticamente cesellato. Gli uni e l'allro, secondo la Gazzetta di Aquila, apparterrebbero ad imo dei conventi soppressi, e furono trafugati dai frali.
    Chieti.  Ci perviene notizia che la posta del 28 da Lanciano a Fossacesia ftr aggredita da alcuni malfattori. L' autorità inquirisce.
    Piccolo Corriere
    Prendo la parola per un fatto personale.
    Alcuni nostri amici non han ricevuto il giornale così presto, come avrebbero voluto ed io stesso avrei desiderato.
    Chiedo a loro unpò di pazienza.
    La tiratura del primo numero fu protratta sino alla sera, per lo strarodinario numero delle copie che furono richieste da ogni parte. 11 nostro strillone  il famoso Gregorio gran dilettante di liquori « baritono a spasso  rientrava o-gni mezz' ora a richiederci nuove copie eh' egli sequestrava in mano al torcoliere.
    La spedizione agli azionisti fu fatta in sulle prime ore del mattino.
    Quella assai più numerosa per gli associati non potè compiersi che nelle ore della sera.
    Ripeto:  un pò di pazienza, sino a che non sia ben sistemato l'ufficio amministrativo.- Allora, oltre che la spedizione potrà esser fatta con maggiore prestezza, verranno pure stampati gì' indirizzi alle fasciétte e non sarà dimenticata ogni altra cosa necessaria per contentavo il pubblico, per il cui favore combatteremo sempre.
    Intanto, del favore con cai fummo accolli, la Redazione non può che rendere vive grazie.
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    Per nórma di coloro che vendono giornali alle stazioni for-