CORRIERE ABRUZZESE - Annata 1876
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    Anno I.
    Mercoledì S Dicembre 1875
    PREZZI D' ABBONAMENTO
    Arma . . Semestre . Trimestre. Via mese .
    9 5
    a
    1. 25
    !Per 1' Estero aumeuto delle spese postali
    Un numero separato cent. IO
    POLITICO-LETTERARIO
    Esce il Mercoledì e il Sabato IIV TERAMO
    La Direzione ed Amministrazione sono provvisoriamente presso la Ti poi] rafia del giornale
    Inserzione in 4a pagina cent. 10 per linea lunghezza di colonna - In 3J pagina Geni. 15 - Per pia inserzioni si fa une scontò - Le lettere affrancale e vaglia postali debbono essere diretti all' ufficio del Corriere Abruzzese in Teramo.
    Avevamo scritto la nostra rivista settimanale e più particolarmente quella che riguarda i lavori parlamentari, quando due incidenti si sollevarono nella Camera dei deputali :
    l1 uno relativo alla politica estera di fronte alla Turchia, P altro un ordine del giorno clell'on. Englen, su cui cadde nò più. nò meno che una votazione politica.
    E1 a ricordare che il Sultano, dopo d' essersi ispirato al Corano ed a Maometto, sognandosi, una bella notte di avere molli fastidiosi creditori che gli avevano affidato, ingenti capitali col frutto, del 5 é£m con un decreto improvviso riduce la rendita di una metà. E1 a ricordare altresì che i più grossi creditori del Sultano erano vescovi, prelati e cardinali, i quali per far le flette al Governo italiano e non facendo a fidanza con questo sulla sua stabilità, avevano creduto cosa più utile di sottoscrivere pei cowpons della rendita turca. Era evidente adunque che il maggior tracollo si dovesse avere dal partito clericale.
    --------------ìi (inverno italiano
    finché non siavi la sicurezza d' un risultato migliore.
    In ciò forse l' on. Presidente del Consiglio ha ragione  sempre, ben inteso, ragionando nel'P interesse delle finanze. DoVe egli ha torto è in questo, cioò di voler rimandare alle calende greche la riforma tributaria tanto reclamata da tutte le classi dei contribuenti. Im-perofichè, così suona 1' ordine del giorno dell' on. Maurògonato, SÉ quale prendeva atto delle dichiarazioni del ministro. In parlamento, il prender atto delle dichiarazioni ministeriali significa, in buon italiano, lasciare le cose come sono.
    Fatta la votazione per appello nominale il ministero ebbe 139 voti favorevoli, 102 contrari.
    Dei deputati della nostra provincia, maa-cavano gli on. Aliprandi e Acquaviva.
    seduta segreta in Corte di Giustizia, si deliberò procedere, non ostante la favorevole relazione della.Procura generale, contro il Senatore Sa'riano, imputato di falso. Parafrasando P esclamazione del mugnaio di Sans-Soucì, di cui racconta il Lafontaine, si può ripetere: anche per i Senatori v' ha, una
    #*# Al Senato, in una cai esso» costituivasi in alta
    tendere è l'abbandono, in cui dopo la crisi venno lasciato il Comune, e il lungo indugio che si pone nella nomina del Sindaco. Crede forse il cav. Maccaferri indifferente per un comune V avere o non avere il Sindaco titolare, vale a dire investito di quella morale autorità, che gli derivi dalla illuminata fiducia del Governo, e penetrato dal sentimento della propria responsabilità dinanzi al governo ed al paese? Non sa che il provvisorio è sempre provvisorio, e che anche gli uomini più baldi e più sicuri eli sè non si arri-schianodi metter mano a nessuna impresa gagliarda, quando sanno di non poterla tranquillamente e per propria autorità condurre a termine?, 0 ignora il prefetto l'andamento delle cose nel Comune, e la stanchezza,. piena di sconforto e di sfiducia» che si manifesta in ogni suo aito ? Esamini la situazione: veda le opere pubbliche interrotte; rifiutato e non rifìu'a'o il canone gabellarlo; la sessione autunnale sbocconcellata; non presentato ii preventivo 1876; non formati i ruoli delle ta^o
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    i ^uau ,itrr mi tv hvub ai governo. ilat ano 0 non facendo a fidanza con questo sulla sua «labilità» avevano creduto cosa più utile di sottoscrivere pei coupons della rendita turca. Era evidente adunque che il maggior tracollo si dovesse avere dal partito clericale.
    Che cosa aveva fatto il Governo italiano di fronte ad una determinazione così lesiva degl1 interessi del terzo? Questa era la interrogazione dell' on. Petru ocelli della Gattina.
    il Visconlf-Venosta, ministro degli esteri, ris[Oje con molta abilità diplomatica. Egli disse che naturalmente il Governo del Re, non preoccupandosi punto se il decreto del Sultano colpisse questa o quella classe di persone, non aveva dimenticato il dovere che ha il rappresen-tante- di una grande nazione, di chieder cioè ragione del fatto e cercare di attenuarne le conseguenze. La situazione della .Turchia no a era certamente delle più floride: mancava di denaro, aveva un. enorme deficit e doveva domare una insurrezione. Scelse, tra i due il minor male,  quello di chiamarsi in liqui^ dazione. Prescindendo da. ciò, che altro doveva fare il Governo, italiano? Poteva esso provocare una guerra, senza I' accordo e i.L consenso delle potenze amiche?
    La risposta del ministro sodisfece in buona parte V on. interpellante, non ostante che prestasse poca fede all' efficacia del sindacalo, fra i. contraenti dei prestiti turchi, il quale sarà incaricato di controllare L'esecuzione delle promesse del governo ottomano.
    L' on. Englen, deputato di Napoli, pre-> sentava una proposta colla quale s'invitava il governo a provvedere per una più retta ac-certazione e ripartizione dei vari tributi e specialmente della,tassa sul macinato. 11 Presidente del Consiglio, non ostante le esplicite promesse di riforme da lui bandite tra i calici del banchetto di Legnagov respinse la proposta Englen, e difese energicamente il modo con cui il governo procede Dell' esazione della tassa " ai macinato, dicendo che finora il sistema del contatore è quello che presenta minori inconvenienti, e non si può pensare a sostitute di altri sistemi a quello del contatore,.
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    cai esso, costituivasi in alta Corte di Giustizia, si deliberò procedere, non ostante la. favorevole relazione della Procura generale, contro 1 Senatore Satriano, imputato di falso. Parafrasando l'esclamazione del mugnaio di Sans-Souci:; di cui racconta ili Lafontaine, si può ripetere : anche per i. Semiori v' ha. una giustizia !
    LA SITUAZIONE DEL C )MUNE
    Non è facile annoverar^ T incertezza e la precarietà situazione reca al regola degli affari nel nostro Con: prende agevoJmente la frèì r anno passato, dinanzi al [ irtito-vittorio-
    H - ,j,,---i-a:-- J-- -*yocare la crisi
    ere un castigo avendo la gio-
    i danni che della presente e andamento me. Si com-ta che si ebbe
    so nella lotta politica, di pr comunale: bisognava inflig esemplare al temerario, che vanile ingenuità di pigliar istituzioni liberali, non si tare la candidatura politica tro l1 antico Deputato con neità dai propri concittad ristorare il principio di au di servile ossequio ai cenni delle individualità senza rr andato, che si arrogavano di parlare in 1 )ro nome e per proprio uso e consumo; bi iognava dimo-
    mperanza de' e penoso SI delicato fra rstare diritto in
    strare che'non basta la t principii, non basta il lungj sercizio del maggiore e gli ufìzi cittadini per acqq certi tempi e sotto certi pi efetti, non dirò ad essere favorito nella lo: ita (ciò che o-gni generoso disdegna) m^ almeno a non essere offeso prima e perseguitato dopo con arti proprio indegniss si comprendo di leggieri;
    sul ' serio le e ri to di accet-offertagli contanta spon tali ; bisognava torità o meglio dei ministri e
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    che si manifesta in. ogni suo atto ? Esamini la-situazione : veda le opere pubbliche interrotte; rifiutato e-non'rifiutato il canone gabellano; la sessione autunnale sbocconcellata; non presentato-il preventivo 1876; non formati i ruoli delle tasse che debb no entrare in esecuzione col nuovo anno, e da cui tanta vita attinge il nostro bilancio attivo; i centesimi addizionali votati per misericordia senza i bilanci, onde impedire la formazione de' ruoli suppletivi; tutti i servizi in generale curati tanto, quanto richiede la necessità presentissima del momento e nulla più. E tutto ciò, affrettiamoci a soggiungerlo, non per colpa degli: attuali amministratori, che hanno quanto altri mai mente e cuore da reggere ai grave peso, e molto meno-di queir egregio che è loro capo, a cui se nulla deve il governo, deve certo moltissimo il paese per averlo salvato, in momenti assai gravi, da ulteriori pericolose agitazioni ; ma sibbene per causa dell'intemperanza e imprevidenza del prefetto, che dopo essersi affrettato a provocare la crisi, senza averne valutato l'importanza e le conseguenze, ora Costina a mantenere il provisorio, logorando gli ultimi residui dell' antica operosità. Nò si dica che ciò non è sua volontà, che egli ha cercato il Sindaco colla lanterna e non l' ha trovato, perchè i pochi indicati a questo uffizio hanno rifiutato; perchè se queste circostanze, che a noi non costano, fossero vere, aggraverebbero la responsabilità morale del prefetto, come quello che per gare di parte si lasciò indurre a perturbare seriamente una. cospicua città, generando una crisi non richiesta dalla situazione, e affidandosi a quegli stessi elementi, che dopo aver tanto gridato contro la precedente amministrazióne, invitati essi alla prova, gli si sono di-