CORRIERE ABRUZZESE - Annata 1876
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    leguati fra le mani, dimostrando ancora una volta, se pure fosse stato mestieri, che nel mondo è assai più faeile il dir male che il far bene.
    Che che ne sia noi ci sentiamo in de-* bito di levar alta la voce, e di richiamare su questa anormalità, che dura oramai da un anno, V attenzione del Ministero; pronti ad appoggiare e coir autorità del giornale e coir opera dei nostri amici nel Consiglio comunale là nuova A mulini strazione, che verrà ad istallarsi dietro la nomina del Sindaco, qualunque siano le persone che la compongono, sempre quando, belile inteso, rappresentino quo' principi di morale e civile progresso, misuratamente applicati, a cui abbiamo consacrata la vita.
    nJ Le nuove strade rotabili
    Come abbiamo annunciato nel numero precedente, domani in seconda convocazione (non a-vendo avuto luogo la prima per difetto di numero) il nostro Consiglio provinciale si occuperà del tracciato dello nuove sira de, decretale colla legge de' 30 maggio 1873. Esse sono le seguenti. 1° Strada pel bosco Martese da Teramo a raggiungere la provinciale di la so ri e Aquila-Ascolif 2° Idem dol Tornano da Molitorio per Forcella alla ferrovia. 3° Idem da Canestraio per Forca di Penne a-la provinciale Chicli-Teramo. 4° Idem del Yomano sotto Forcella a Penne per Bisonti e Bacucco, e sua diramazione Bisen ti Elìce Mari n a.
    Non avendo dati per lo altre e non polendoceli procurare in tanta brevità di tempo, non ci occuperemo che delle primo due.
    La strada pel bosco martese è un antico desiderio .di questa città. Il valente ing. d'A-mora, ricordato con alletto da quanti lo conobbero, la studiò sommariamente fin dal 1?58. 1/ obbiettivo di quel tempo era V esercizio del
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    pendenza media del 3,20 #je: il secondo dalla «ella fra il Pilone e Romicito per il Fabbrone guadagna la gola fra il detto Fabbrone e Pizzo di Sevo, ali1 altezza di metri 2093, per discendere similmente nella valle superiore del Tronto a monte di Grisciano, e presenta dal detto Piano del Ceppo al confine il percorso di circa chilometri 15, colla media pendenza del 5 il terzo finalmente dalle falde della Morrieana ripiegando a sinistra, e svolgendosi per la bella prateria del Lago dell' Orso, che corona superiormente il bosco Martese, perviene colla percorrenza di circa chilometri 16 dal ripetuto Piano del Ceppo e la pendenza a-degnaia del 5, 23 8j°, alia gola delle Solar/ne sotto Pizzo di Moscio, all'altezza di metri 2172, sul sentiero battuto da coloro, che da Teramo vanno ad A matrice per la montagna.
    Ora quale di questi andamenti è da preferire, mantenendo a1 la linea il carattere precipuo di traversala appennina, nel doppio interesse de! Teramano e de il' Aquilano ? La risposta per verità non.è dubbia, e si,contiene nella stessa esposizione testé fatta. E yagHa il vero : se V obbiettivo della linsa è A matrice, il primo centro importante di commerci ap-pennini nel versante aquilano, che s1 incontra nel suo percorso, conseguita 1' altezza di metri IMI nella gola di Fonie Vadons, o di metri 2093 in quella dei Fabbrone, chi potrebbe, consigliare idi dirupare la linea nella profonda valle del Tronto per quindi risalirne e superarne le sorgenti e discendere nel bacino dell' Aterno? Non è egli più ragionevole, condona la linea al Fosso della Moicana, svolgerla sui prati del Lago dell' Orso per tentare a dirittura sotto Pizzo di Moscio il valico sopra Amairice, sul sentiero ab antico percorso dai trafficanti di quei luoghi ? Si dirà: ma sul Tronto noi incontreremo VAquila-Ascoli, e quella ci condurrà in Amatrice. Gii è vero, incontrerete qaeila linea : ma avete voi per avventura a risòlverò un problema di costruzione o un problema economico? Che importa al viandante di sapere i modi e i mezzi, onde furono costruite le strade, se egli trova cstre-
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    bacino superiore della Yczzof.a PCr^y^^l il Piano dei Morti, e rinnesttr&i zjt '^Frj D' Amora presso Fustagnano. NatarafcJi come sempre accade, i propugnatori <" sto traccialo ne cantano mirabili/j precipuamente, in relazione* 1 tracciato ricella, la minoro spesa di costruzioni*! mantenimento per la vicinanza della SS&É la maggore trafficabilità della lin^a parli*. nore altitudine e migliore, esposizione !¦ m.* gjore animazione e ricchezza     Ed ora due parole sulla strada del Vernano per Montorio.
    Quasi sulle vestigia dell' antica *" essa rimonta la sponda sinistra del fin «otto Forcella (dove incrocia colia provinciale per Penne.) per essere pros^gait* f?i Montorio. Noi vorremmo che in questo pre-seguimento la strada si mantenesse su Ih nistra per traghettare il fiume a monte cw confluenza del Mavone. Con ciò non sa»» allaccerebbe la comunale per Mi ano, ap?*® un altro sbocco ai prodotti del Comun*. si allaccerebbe altresì Teramo al tronca ^ presto o tardi il Comune d' Isola del G-farà lungo il Mavone por raggiungerei^ nea r!4» 1 Vomano. nronmiA»; «n» ** ìéw^
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    .collo Forcella a Tenne per Bisenti e Bacucco, e sua diramazione Bisenti-Elice-Marina.
    Non avendo dali per lo altre e non potandoceli procurare In tanta brevità di tempo, non ci occuperemo che delle prime due.
    La strada pel bosco martese è un antico desiderio .di questa città. Il valente ing. d'A-mora, ricordato con affetto da quanli lo conobbero, la studiò sommariamente fin dal 1858. 1/ obbiettivo di quel tempo era , esercizio del bosco, di cui veniva stabilito H cantiere nel Piano del Ceppo, In prosieguo, decretala colh legge» de' 27 giugno 1860 la provinciale di 18 serio Ascoli-Aquila, le viste si slargarono e fu concepito 1' ardilo pensiero di traversare con essa la Montagna in una delle sue maggiori altezze fino all' Incontro delia provinciale anzidetta.
    Diramandosi dal tronco della strada nazionale degli Abruzzi Te.famó^Mónte-rio presso i ponti della Co ria (in quel tempo non era in costruzione la consortile Teramo-Torriccllayct la collina di S Venanzo) seconde gli studi B' Amora, la iinea si svolg* sul dorso scabroso del contrafforte interposto tra la; Vezzo la e il Tordino, e toccali Torricelia Sicura, Tofo, S. Stefano, le taverne denominate di Ginepri e di Consoni, si accosta alle due borgate Mar.tesi e Fustagnano, e per la sella depressa di Ciarlili e i bei campi di Paranti perviene al Piano del Ceppo. Nell'interesse dei grossi, trasporti, essa ha il gran vanteggio di procedere tempre in salila, r con pendenze non eccedenti il limile a ormai e delle strade in rnnnlagns, meno una leggiera discesa per un tr*tlo di circa 4 chilometri, che forma contropendenza fra Martesi e la sella di Carelli, non potuta evitare per le accidentalità dei irrighi. Dal Piavo del Ceppo, in su traversando il bosco in direzione N. 0. con pendenze normali si perviene al Fosso della Morricana; varcato il quale, tre sviluppi si presentano possibili: il primo per le falde dellm Morricana c delle Cannatine, raggiunge la sella fra i monti Pilone e Pomicilo, e quindi p*r lo falde del Fabbrone e delle Macerie della Morie consegue il confino aquilano a Fonie Vadone, all' altezza di metri 1944 sul maro, per discendere nella valle superiore del Tronto e raggiungerti r Aquila-.A scoli ; questo sviluppo presenta dal Piano del Ceppo al confine la l«n-ghezza di circa chilometri 19, e procedo colla-
    ; 1 dirittura sono rizzo ai luusau u vaìicu sopra Amatrice, sul sentiero ab aulico percorso dai trafficanti di quei luoghi? Si dirà: marni Tronto noi incontreremo VAquila-Ascoli, e quelli ci condurrà in Amatrice. Gii è vero, incontrerete qaelia linea: ma avolo voi per avventura a risòlverò un problema di costruzione o un problema economico? Che importa al riandante di sapere i modi e i mezzi, onde furono costruite le strade, se egli trova estremamente disagioso e dispendioso il percorrerle ?
    Noi non conosciamo per verità quali sia-no sul!1 obbietta lo vis'e dell'egregio Direttore , del Genio Civile cav.Muzi, eè quelle del distinto cavaliere Gnarducci, direttore del Genio tecnico provinciale ; nè se abbiano concertati tra loro gli studi o le pro-poste dei tracciamenti da rassegnare al Con,sigi io, secondo una savia risoluzione adottata Dell' ultima sessione. Nel richiamerò perciò su questo grave argomento i' attenzione dei predetti Uffici e dfìi' on!. Consiglio, non ci siamo serviti che de' nostri criteri propri e di dati pri-I vaiamente raccolti ; ma è tinta la fiducia che, I abbiamo neir.,intelligenza 1 integrità degli I;f-1 fici dirigenti ef dei Poteri deliberanti, che non I dubitiamo di vederli adottati o almeno pa-i zientemente raccolti e studiati, perchè .nulla j ci turberebbe tanto in questione di così grave, momento, quanto il procedere colla solita fretta e -precipitazione, come sciaguratamente accadde nella ^strada di Penne, nella quale 1 gravi errori fdel tracciato, colla conseguente. maggioro sposa di costruzione e di mantenimento, fu tentato invano di compensare colla mostruosa esilità dello opero d' arie.
    Chiuderemo questa prima parte con una dichiarazione.
    Al tracciato D' Amora gli abitanti della sponda sinistra della Vezzola contrappongono una notevole variante pel trailo da Teramo a Fuslagnano. Secondo essi, la linea slaccandosi dalla provinciale per Ascoli a capo dello stradale di S. Giorgio, e valicato il torrente presso il casino Delfico in quel di Castagneto, collo svolgersi sinuosa nel versante meridionale delle montagne di Ioanella e di Acquaratola, quasi ad equidistanza dal fondo del torrente e dalla cresta della giogaia, perverrebbe agevolmente a coronare il
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    seguimento la strada si mantenesse suiti sinistra per traghettare il fiume a monte della confluenza del Mavone. Con ciò non solo si allaccerebbe la comunale per Miano, aprendo un altro sbocco ai prodotti del Comune, ma si allaccerebbe altresì Teramo al tronco che presto o tardi il Comune d' fso'a del G. Sasso farà lungo il Mavone per raggiungere la linea del Yomrtno, creandosi nuovi e potenti conlatti commerciali fra la capitale della Pro-I vincia e il ricco bacino del Mavone. Saranno esauditi i nostri desideri? 1 nostri interessi verranno validamente difesi nel seno del Consiglio provinciale? Non accade dubitarli?..
    NOSTRA CORRISPONDENZA
    Cremona , Dicembre 1375.
    La città é sotto l'impressione dell'arresto , di un c ttadino che, sino a poche settimane or , sono, era ritenuto qual modello di pubblico i impiegato. Egli è il nostro concittadino, cav. , Vincenzo Bignami, ex questore di Torino, rl-! tornato qui perchè messo in pensione. Fu tra-, dotio subito a mezzo dei KB. Carabinieri alle carceri di Torinb.
    Già veterano dolio patrie battaglie, uomo j d'indole buonissima, ha maravigliato tutti per lo pccuse cho gli si addebitano. Gli uffici di pubblica sicurezza di Torino, stando alle risultanze processuali, sarebbero divenuti nidi di malfattori, il cui scopo sarebbe o di per-J seguitare con angherie il cittadino od'ingan-i fi a re con frodi lo Stato. Non dirò rielle mol-, teplici frodi commesso nell'applicazione delle tasse per le licenze di osterie, di bettole e di caffè. I ricatti più vergognosi succedevano nelle j case di tolleranza. Si prevaricava speculando I sul vizio, e con taglie di cento, di cinque-I cento , di mille lire a seconda dei casi, le contravvenzioni si sanavano. Che dirò poi i delle ruberie commesse noi casermaggio , in cui si alteravano note e prezzi, valori e quantità? Che dirò dei fondi cosi detti segreti, i , quali, invece di servire per iscoprire gli autori d«i reali, venivano divisi tra i delegali