CORRIERE ABRUZZESE - Annata 1876
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    sure non sono tanto inefficaci quanto in questi uffizi nei quali ogni governo non può non riporre la più grande confidenza. Anzi, appunto perchè sono >cosi intime le relazioni tra le Questure e il Governo centrale, tanto più il rigore deve spiegarsi per salvare il principio d'autorità e per mettere l'ente governo al disopra di ogni censura.
    Il nostro corrispondente notò che non invano l'on. Tajani avesse squarciato il velo che ricopriva c rti brutti misteri della polizia di Palermo. Con maggior sodisfa-zione abbiamo accolta la notizia che misure di rigore erano state prese contro i rettori della Questura torinese e l'ispettore dell' ufficio di Cremona. ìMa non è soltanto in Piemonte e in Lombardia clic esiste il marcio. Anche tra noi havvi un ufficio di Pubblica Sicurezza che è stato fatto segno a gravi accuse, delia cui verità non vogliamo oggi giudicare; ma per le quali la pubblica opinione si è commossa. Noi sappiamo, è vero, die l'Autorità giudiziaria inquirisce e non saremo tacciati di adulatori; se diciamo che tutt'i cittadini, niuno escluso, confidano nella indipendenza e nella rettitudine della nostra Magistratura. Tuttavia, il solo fatto che in mezzo al pubblico sorgano voci di frodi, di ingiurie e di violazione della libertà individuale e circolino in guisa che l'Autorità giudiziaria è costretta a prendervi parte, questo solo fatto - ripetiamo - dovrebbe indurre Y autorità superiore ad aprire gli occhi in questa delicata faccenda. Essa dovrebbe (e qui parliamo in generale) non solo esercitare, mercè ispezioni ben ordinate, una continua vigilanza su tutt'i rami dei servigi di polizia, ma far assumere ai prefetti tutta la responsabilità dell'ordinamento sia politico che
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    vita; bisogna, in somma, volgerla anche a scopo di materiale profitto per Tenderla a tutti desiderabile, non cercandosi mai con più a-more, se non quello di cui si veda e si tocchi P utile. La scuola del piccolo Comune vuol assumere d' ora innanzi, entro certi confini di particolari attitudini e di locali facoltà, anche natura di scuola d' arti e mestieri.
    Frequenta un alunno le lezioni di ginnasio e di liceo e sa ehe per esse gli è spianata la via che dee condurlo all' università e al conseguimento del grado professionale. Fa un altro la sua carriera noli' istituto tecnico, ed è sicuro di entrare, col mezzo di quella, nel-T esercizio dell' arte industriale. Usa da ultimo a scuola la fanciulla popolana, e, apprendendo in essa il leggere e scrivere, vi apprende del pari ogni lavoro d' ago e di spola, avviandosi di buon' ora a divenire per tal modo una brava massaia.-Che progresso e che guadagno fa, in vece, il piccolo operaio nelle scuole elementari o 1' adulto nelle conferenze serali, quando tutto si limita o si compie nel-r angusta cerchia d una semplice lettura odi un lieve compito aritmetico 'ì Nulla o poco più dei nulla, in quanto che sa egli, è vero, ciò che prima non sapeva; e cotesto è già un bene di per sè; ina non sa certo nè mica può valersi delle magre cognizioni acquistale , quand ci non vede per tempo applicati la scuola alle peculiari esigeuze della vita. In lui quindi la scuola medesima (posto che non si dimentichi tutto, do^o averi* abbandonai i) lascerà appena una traccia di se, ina senza sodo intendimento : sarà un primo passo, ma non il cammino; sarà il muoversi ma non l'andare; sarà mettere il piede su d' una via, ma senza batterla per giungere alla meta. - Con l'insegnamento che si urresta lì e che non va oltre di un palmo per 1 artigiano o per I' operaio, questi guadagna, se vuoisi, una qualche cosa morale di che giovarsi per forbire l'animo e per ammorbidire il costume; ma non guadagna certo il cibo di che sustentarsi nè si premunisce di opportuni mezzi per combattere o vincere la povertà h; m §
    e assai dipplù ancora farebbero bero certamente da ciò, sol ebe per t§ ^ messa di un' equa rimunerazione retfe«L meno stremato il lor misero pane.  pfr*y dùnque non procurare per tal mezzo ito tevole vantaggio alla classe operaia?  suadiamoci che sapere sciogliere un problemi ^ meno nella scuola primaria non toghe alfc. tigianello di procurarsi una felicità di più eoa la maggior conoscenza del proprio mestieri; ricordiamoci che la bontà del lavoro c inferi see al costume quanto la bontà della .«cuoia: ed auguriamoci che l'Italia economica farcii presto o tardi l'Italia morale.
    NOSTRA CORRISPONDENZA
    Ci scrivono da Napoli :
    Ci piace per debito di verità segnalare w fatto, il quale sembra passare inosservate, mentre interessa grandemente la base defli giustizia punilrice.
    Da moltissimi anni i lamenti della stampi 41 ogni colore, del Parlamento e di tutti onesti avevano empita l'Italia pel fatto, gli affari penali demandati al giudizio della Cassazione di Napoli restavano quasi tutti indiscussi negli archivi di Monte - Oliveto.
    La sorte di taluni detenuti, non amo** alla libertà provvisoria, era rimasta così p^t giorata, che la decisione del ricorso spesso» vedeva emeisa, quando il ricorrente aveva fl espiata la pena infintagli.
    Da ciò la consueta censura contro il *1;' cere preventivo, e 1' altra che il riruediO'^ Cassazione fosse veramente astrailo e derì-^r^
    i richiami si fecero sempre più vìvi ? far cessare il lamentato inconveniente, a*3 ^ vano, perchè al ristagno passato si ro i nuovi ricorsi, e la Cassazione di restò quasi schiacciata sotto il cumulo materie penali.
    La scena ora si è in 
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    che T Autorità giudiziaria è costretta a prendervi parte, questo solo fatto - ripetiamo - dovrebbe indurre l'autorità superiore ad aprire gli occhi in questa delicata faccenda. Essa dovrebbe (e qui parliamo in generale) non solo esercitare, mercè ispezioni ben ordinate, una continua vigilanza su tutt'i rami dei servigi di polizia, ma far assumere ai prefetti tutta la responsabilità dell'ordinamento sia politico che amministrativo della pubblica sicurezza.
    Conchiuderido, - noi non possiamo che pienamente approvare la condotta del Ministero. Non soio l'approviamo, ma lo eccitiamo ad andare in fondo e sradicare tutto il male. Co3Ì facendo, avrà reso un gran servigio al paese, e gli uffici di pubblica sicurezza, in cui (non vale dissimularlo) son penetrati non pochi elementi di corruzione dopo i nostri rivolgimenti politici, ritorneranno ad esser temuti e rispettati. Allora chi avrà paura di un delegato di Pubblica Sicurezza non sarà l'onesto e pacifico cittadino che intende di vivere liberamente in un libero Stato, ma i malandrini e gli assassini che ravviseranno nel pubblico funzionario, giusta un detto del Tocqueville, il braccio armato della legge punitrice.
    UN'IDEA SULLE SCUOLE PRIMARIE
    E' già molto (conviene pur dirlo a gloria de' nostri tempi), che la scuola primaria siasi per bene istituita in ogni Comune, é che la si vada man mano dilargando fin ne' più umili casolari e nelle più modeste borgate. Con che si combatte addirittura la vecchia schiavitù dell' ignoranza e si apparecchiano nuovi semi e nuova coltura al vivere onesto e civile.
    Codesto però, a nostro modo di vedere, non è tutto, nè reca intero il beneficio che può e deve attendersi dalla scuola d' oggidì. Bisogna ornai dare ad essa un più esteso ed efficace sviluppo ; bisogna governarla con criteri più pratici, facendola meglio servire alle condizioni, agl'interessi, alle necessità della
    il cammiiitp; sara uuiuuvcioi ppjip ...........,
    sarà mettere il piede su d' una via, ma senza batterla per giungere alla meta. - Con l'insegnamento che si urresta lì e che non va oltre di un palmo per 1' artigiano o per I' operaio, questi guadagna, se vuoisi, una qualche cosa morale di che giovarsi per forbire l'animo e per ammorbidire il costume; ma non guadagna certo il cibo di che suslentarsi nè si premunisce di opportuni mezzi per combattere e vincere la povertà di stato. Quel che importa all' operaio per lo svolgimento dell' altitudine al lavoro, inrche sta tutto il benessere e la dignità dell' individuo come della specie, nella scuola del Municipio non c' è. Eppur ci dovrebb' essere, incombendo a ciascuno, che non può seguire i vari ordini di scuole classiche o tecniche, sapere alla meglio il fatto suo.
    Qual sarà dunque il rimedio a ciò?-Ecco: studiare le condizioni speciali e il genere di occupazione, a cui si dà e intende d' ordinario la maggior parte degli abitanti di un luogo, e procacciare ad essa un'istruzione che conferisca all' iuimegliamento e al perfezionamento dell' arte e del mestiefe, debb' essere suprema cura e sollecitudine di quanti si trovano preposti alla direzione ed alla vigilanza delle scuole municipali. - Con che non si vuol mica mutare il carattere nè indurre confusioni e disordine tra le .materie che le riguardano; ma si vuol dare ad esse un più pratico indirizzo ed una maggiore efficacia mediante il coneordamento e l'unione dell'imegnamen-lo professionale coli'iniegoamento elementare delle classi operaie.
    Con che nemmeno ci dissimuliamo la serietà e difficoltà dell'impresa considerata in sè e nei requisiti d'una paziente cura per chi l'assume: dicitmo però ch'essa non è certo impossibile nè tale da stare accanto a quella dei pareggio delle pubbliche finanze. La è qui-stione di volontà, se c'è. Basta, secondo noi, che vagheggiandola i Comuni e caldeggiandola i Consigli provinciali scolastici, si determinino a darle un primo impulso, impegnando i maestri elementari a fornirsi di speciali trattati (giacché ve no ha di molti per ogni ramo d'industria) e ad ammaestrarne gradatamente i propri allievi.  Assai lavorano, come si vede tuttodì, cotesti benemeriti dissodatori delle intelligente dell'infissa società
    cere preventivo, e 1 anr« ^«v " " Cassazione fosse veramente astrailo c derisorio [ richiami si fecero sempre più viri p^ far cessare il lamentato inconveniente, ma invano, perchè al ristagno passato si aggiunse, ro i nuo^i ricorsi, e la Cassazione di Napoli restò quasi schiacciata sotto il cumulo della materie penali.
    La scena ora si è in parte cambiata, noi per opera delle istituzioni, che fatalmente in Itali a girano tuttora nell' orbita della sapienza francese, ma per virtù di taluni uomini,chiamati a reggere quell' Ufficio supremo.
    In meno di due mesi la Suprema Corte di Napoli, preseduta da quella perla di Magistrato, che è il comm. Nicola Ciampa presidente di Sezione, è arrivata a distrigare, con I industria veramente ammirabile, una mole immensa di ricorsi pendenti. Con ciò non solo , ha fatto comprendere che 1' amministrazione della giustizia, come di qualunqne altro ramo, deve essere affidata ad uomini autorefoli per mente e per pratica esperienza, ma ha persuaso altresì i delinquenti che 1' istitnto della Cassaz one non è un rimedio efimero, stabilito sol© per temporeggiare, bensì l'ultima sintesi della legislazione, che mena inevitabilmente al trionfo vero della giustizia.
    Cronaca Abruzzese
    Aquila.  Caino ! !  Pochi giorni sono la popolazione di Fagnano venne rattristata da un fatto atroce, e tanto, per quanto lieve ne fu la cagione.
    Un tal Salvatore C...avea avuto in donazione dalla madre un piccolo fondo su cui giaceva un grosso tronco di quercia. Vi recò per farne legna da ardere. Si era appena accinto al lavoro che si presentò il suo fratello Anatolio, il quale, sostenendo che la madre se gli avea donato il fondo, non gli avea del pari donato quel malaugurato tronco, voleva che desistesse dal depezzarlo, perchè ne aveano lo stesso dritto tutti gli altri della famiglia. 11 Salvatore sosteneva essere su© e-schivamente, l'altro l'impugnava,; e facendo alle parole seguire subito le minacce e le offese, gli assestò sul capo tal colpo violento eoa