CORRIERE ABRUZZESE - Annata 1876
     Pagina (29/470)
    Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice
     Pagina
     Testo della Pagina (OCR)     






     Pagina (29/470)
    Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice
     Immagine della Pagina

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione a cura di Federico Adamoli


[Home Page]


Testo OCR meta' superiore della pagina

    Anno I.
    Sabato 25 Dicembre lQ7j
    IV, S
    PRMZJ D» ABBONAMENTO
    Anno . . L. 9
    Se mesi re . " 3
    Trimestre. » 8
     Uti mese . » 1,13
    Per P Estero aumento dielle «pese postali
    questo numero costa oant. CINQUE
    POLITICO-LETTERARIO
    Esce il Merooledì e il Sabato IP* TERAMO
    La Direziona ti Avmi%iitrozi*nc sono provvitiriamente prttto la Tipografia iti giornali
    Inserzione in 4* pagina eent IO per linea lunghezza di colonna - In 3* pagina eent. 13 - Per più inserzioni si la uno sconto - Le lettore affrancale e vaglia postali debbono essere diretti all' ufficio del Corrieri Abruzzese in Teramo.
    Domani ricorrendo la festa del Natale e rimanendo chiusa la tipografia, il giornale anticipa di un giorno la pubblicazione e perciò esce in mezzo foglio.
    La politica della settimana
    Un telegramma da Costantinopoli annuncia all'Europa che il Sultano, dopo essersi consigliato con le sue 200 Odalische, voglia in-trodurre delle riforme ne' suoi Stati, e, se (fa nel caso, anche il sistema rappresentativo. Quella notizia ci conferma ciò che del resto sapevamo, cioè che la Turchia è ancora governata come a' tempi, press' a poco% di Maometto. La lunga lista di riforme dimostra pur troppo la lunga e dolorosa serie dei bisogni popolari.. Che meraviglia c' è dunque se l'Erzegovina e la Bosnia non vogliano sentir parlare di pace con quei feroci e slupidi oppressori? Anche noi abbiamo avuto tirannidi straniere e nostrane: mandiamo perciò un saluto a quei popoli generosi che combattono per la loro libertà, come noi combattevamo a S.
    non sarà risolta che in un1 epoca ancora lontana.  Che il ministro inglese abbia questo convincimento, non abbiamo che fargli, nè possiamo negargli che in Europa non v' ha nessuno il quale pensi alla guerra con cuor leggiero. Ma gli enormi preparativi non si fanno per nulla nè le così dette precauzioni sono tanto lievi da non far desiderare anche ai più pacifici di definire una buona volta questa eterna questione d' Oriente.
    In Italia, dopo l'approvazione dei bilanci e di alcuni progetti di legge, la Camera si prorogò per il 20 gennaio È notevole un fatto che dà luogo a molti commenti della stampa d'opposizione. Il ministro per le finanze presentava alla Camera un progetto per un rimborso alla Lista Civile e, non ostante fosse già presentata la relazione, i deputati non vollero discuterlo. La questione della Lista Civile è molto ardua tanto più quando si vede che ogni volta i ministri rinnovano il tranello presentare simili progetti di leggo lotto la pressione d'elle vacanze parlamentari. Eppure, una volta o l'altra, bisogna pure che si discuta la questione della Lista Civile. Noi siamo oggi
    sta sorte, non óstante l'amore e Io zelo che tutti nutrono per la Casa regnante.
    Nè tacciamo di un malumore sorto per la proroga della Camera tra l'on. presidente Bian-chieri e il ministero. La dichiarazione fatta da questo per bocca dell'on. Spaventa intorno all' intangibili^ dei dritti della Corona, fa supporre la chiusnra prossima della 1.° Sessione di questa legislatura.
    Comunicati
    Pubblichiamo la seguente lettera ed aggiungiamo che nel reclamo stampato nel n._ 5 fu omessa la firma da noi, non dal reclamante il cui olografo vien conservato nel nostro ufficio.
    Atri 20 Dicembre 1875.
    Onorevole sig. Direttore
    Un mio amico ha richiamato oggi la mia attenzione sopra una lettera inserita nel Corriere Abruzzese del 15 dicembre 1875 N. 5 a Lei diretta da un Atriano, che mal riesce
Testo OCR meta' inferiore della pagina

    rreoTina e in Dosimi uun yoguauu scnm pai-
    lare di pace con quei feroci e stupidi oppressori? Anche noi abbiamo avuto tirannidi straniere e nostrane: mandiamo perciò un saluto a quei popoli generosi che combattono per la loro libertà, come noi combattevamo a S. Martino ed al Volturno.
    Ma, ci sarà intervento oppure no? Ecco ciò che chiede a sè stessa V Europa. Lord Derby credette di rispondere che « malgrado gli enormi preparativi o meglio le precauzioni (sic) militari che prendonsi nel continente, nessuno desidera la guerra »; ed espresse altresì il convincimento che la questione orientale
    APPENDICE
    RAFFAELLO E BELLINI
    (Vedi H. 7)
    Gl'italiani furono tempre un popolo d* artisti. Questo Cielo i (ricordo che lo diceva quel peregrino ingegno di Antonio Tazi nella sua lezione su Raffaello) gli odorati clivi, le ridenti marine E ci fecero poeti, musici; pittori. Il solo culto delle arti quan-ì do questa povera, patria fatta a brani viveva la vita del dolore, fa anico sollievo degli sventurati suoi figli. « Grada capta ferum victorem, cocpit » e l'Italia nel 400 vinse anch'essa moralmente que' poveri baroni stranieri (simbolo dr ignoranza e di ferocia) che ci tenevano incatenati sulla tomba della libertà. Nel 1529 cadde la repubblica di Firenze e con essa la nostra ultima speranza. L' ultimo degli [ croi era barbaramente trucidato a Gavinana e col suo ulti-i no anelito la stella Italia tramontava lorda di sangue I ée1 suoi figli. Allora fu che Michelangelo « assecurato uscì I dal suo nascondiglio e montò sul poggio di S. Miniato per I contemplare anche una volta la sua diletta Firenze. La fissò I Ioga pezza e valse quella visione ,a stampargli sul vol-I u dieci anni di vita consumata, scese chiuso nell* ira e nel [ dtfcre e giunto t mezza coi ta percorse correndo e tempestane
    k e uiuiiu araua tanto più quanuo si vauo ogni volta i ministri rinnovano il tranello d, presentare simili progetti di leggo «otto la pressione d'elle vacanze parlamentari. Eppure, una volta o l'altra, bisogna pure che si discuta la questione della Lista Civile. Noi siamo oggi perfettamente concordi col Diritto: tranne le spese personali della Corte, tutto il resto deve cadere sotto il sindacalo parlamentare, di talché ne risulti necessario un ministro responsabile. Noi crediamo che, appunto per sollevare una questione di principii, la Camera non ha voluto esaminarlo pria delle vacanze; è la prima volta perciò che un progetto simile abbia que-
    do 1' altra mezza borbottando tra i dtfnti: « Io la vendicherò » e guardandosi le mani aggiungeva: Voi sole mi basterete all' intento. » Fu allora che scolpiva Lorenzo de' Medici duca d' Urbino e Giuliano duca di Nemours e fece Lorenzo profondamente pensieroso presso il sepolcro « perchè i pensieri del tiranno presso alla tomba sono rimorsi. (G. B. Niccolini) Raffaello non ebbe 1' animo del Buonarotti 1 Egli, dice il Vasari, ebbe le più rare virtù dell' animo accompagnate da tanta grazia, studio, bellezza, modestia ed ottimi costumi, che se fosse lecito, Dio mortale lo appellerei. E l'Algarotti: « Bene a Raffaello si compete il titolo di. divino eon cui viene da ogni gente appellato » Ma lasciando di lui la parte morale e considerando 1' artistica dirò che Raffaello per consentimento universale ha raggiunto quel limite che pare non sia lecito all' uomo oltrepassare. La pittura risorta fra noi per opera del Cimabue sulla fine del secolo XIII. ricevè non pochi aumenti dall' ingegno del Giotto di Masaccio e d'altri, in guisa ehe in meno di dugento anni arrivò a mostrare qualche bella forma col Ghirlandai, Gian Bollino, Mantegna, Pie-tre Perugino, Leonardo da Vinci che inventò il rilievo nei dipinti. Ma sebbene in Italia fossero tanti maestri, pure le loro maniere erano simiglianti e tutto risentivano di quel fare gotico del Cimabue, finché dalla scuola del Perugino non uscì Raffaello Sanzio e con lo studio eh' ei pose sulle opere greche senza mai perder d' occhiò la natura venne a dar perfezione all'arte e quasi 1' ultima mano. Ma benché Raffaello
    Onorevole sig. Direttore
    Un mio amico ha richiamato oggi la mia attenzione sopra una lettera inserita nel Corriere Abruzzese del 15 dicembre 1875 N. 5 a Lei diretta da un Atriano, che mal riesce a celarsi sotto il velo dell' anonimo, intorno ad un incidente sorto nella Stazione di Mu-tignano, nelle ore pom. del i corr., per i posti dei passeggieri nella vettura postale. A dir vero, il fatto non meritava la pena che se ne parlasse pei giornali, ma pokhè la Comr-pagnia dei Sette, à creduto diversamente, Ella conceda a me, che aveva 1' onore di non far parte di essa,, per essere uno dei due estra-net, la facoltà di. rettificare nel suo giornale i
    potesse vantarsi come 1'antico Apollo-cui nessuno uguagliò nella grazia, ebbe nondimeno a rivale il Parmigianino ed il Correggio. Ma 1' uno ha oltrepassato spesso i termini della giusta simmetria, l'altro nella castigatezza del dintorno non è giunto a toccare il segno. Se non che al Correggio si ..può perdonare ogni cosa per la grandiosità della maniera, « quella morbidezza e gentilezza di dipinto, di cui la tavone del S.: Girolamo è pruova più che sufficiente. Ed è ora api-appunto che sorgendo dei sommi, alcuni più allo studio del disegno, altri al colorito, altri alle ombre si danno, e questa varietà di studi la diversità^ delle scuole costituisce. E Michelangelo capo scuola della Toscana colla fierezza e severità del disegno aprì nella pittura la via più terribile, e tocoò 1' estremo limite oltre il quale è il difetto. Che ciò sia vero infatti lo provano lo Sprangher ed il Golzio capìsquadra della scuola tedesca, i quali prendendolo a maestro e volendoselo lasciare dietro, storsero, in istrani atteggiamenti lelor figure, ne feoero troppo risentiti i contorni, alterate le forme, e diedero così seriamente nel ridicolo della, caricatura. Tiziano della veneta scuola maestro, nella scienza del colorire come nel,fare i ritratti ed il paese, non fu mai da alcuno uguagliato, fu ancora assai fortunato, perchè Carlo V grandemente onorato, come da Leone X il fu Raffaello, il Vinci da Francesco 1. nelle cui braccia morì e da. Enrieo Vili 1' Olbeccio principe della scuola tedesca.
    (Continua} Eugenio Cerui. li