CORRIERE ABRUZZESE - Annata 1876
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Digitalizzazione OCR e Pubblicazione a cura di Federico Adamoli


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    segretario generale della Società geografica italiana, il quale farà parte della Commissione che intraprenderà il viaggio nel centro dell' Africa, iniziato dalla Società medesima.
    Stassera, col convoglio che arriva alle ore sei porn. è atteso in Genova un gran personaggio, un uomo betiemerilo che questi giorni ha fatto parlare di sè in tutta Y Europa. Vò dire il duca di Galliera. La Giunta municipale lo attenderà alla stazione, ove gli sarà presentato dal Consiglio, riunito in forma ufficiale, un indirizzo scritto su pergamena accuratamente miniato nella nostra Accademia. Per cura del Municipio saranno illuminati gli edilìzi pubblici, e dell' Associazione marittima il porto e i bastimenti ivi ancorati. Speriamo che la popolazione si unirà concorde a questa dimostrazione di gratitudine verso un sì grande e generoso cittadino.
    Sembra accertato che il progetto del porto di Genova, compilato dalla Commissione Cialdi per incarico del Municipio, sia stalo presentalo dal duca di Galliera al generale Mena-brea, affinchè questo dotto scienziato desse in proposilo il suo parere.
    Giacché parlo di opere di beneficenza chiuderò questo cenno coli1 annunziarvi, che al primo del mese di gennaio dell' anno che s/a per cominciare, si aprirà dalla benemerita Deputazione degli Asili e Giardini d' infanzia il settimo Asilo con duecento bambini. 11 fabbricato fu eretto sulla collina di Carignnno, e per la costruzione e suo arredamento la Deputazione spese la somma cospicua di lire 135,000. Cotesto Asilo Giardino fu intitolato al suo più munifico benefattore Francesco Andrea Noceti. Ora devesi avvisare al modo di farne aumurlare le rendile; ma in questa città chi batte alle porle cittadine a chiedere V a-bolo pei veri poverelli, trova sempre anime pie che io mandano consolato con abbondanti e-brgizioni.
    T. A. 0,
    Rassegna Musicale
    il solo quartetto, che forma il punto più cui- j minante dell' opera. Gilda che piange ardendo di gelosia, Rigoletlo che freme meditando un' a-troce vendetta, il Duca che si dichiara schiavo d'amore per Maddalena, questa che sorridendo
    10 disprezza, trovano tutti nel sublime concetto musicale del quartetto la vera espressione al libero sfogo dei proprii affetti, il di cui contrasto è posto in rilievo dal Verdi con maestria e naturalezza inimitabile. Ma non è qui il luogo, ne delle mie forze, di e-numerare i meriti del Verdi, e maggiormente dopo che tanti eletti ingegni ne hanno decantato le lodi: quindi con miglior proposito accennerò invece in succinto le impressioni , ch'io ne ebbi nell' assistere alle prime due rappresentazioni dello spartito.
    E per cominciare dirò che l'orchestra, tuttoché composta d'individualità nella maggior parte professori valentissimi di musica, pure è cosi snervata nel complesso da scoraggiare meno il pubblico che il Direttore. Ed è ben naturale che sia così una volta che vi manca
    11 primo controbasso del quartetto, il quale forma il nucleo e l'anima dell'orchestra medesima. come il quartier generale 1' è di un esercito. L'impresa dovrebbe quindi riparare immediatamente a tale vuolo col provvedere un buon controbasso  Dirò che la messa in iscena dello spartito è soddisfacente, ma l'esecuzione lascia molto a desiderare, tuttoché nella seconda recita la trovassi alquanto migliorata. Dirò pure il mio schietto parere sullo stacco di alcuni tempi, se il Direttore dell'orchestra me lo consente, notando che il duetto dell' addio tra Gilda ed il Duca dovrebbe andare un tantino più mosso. Ed invero il Due per non essere sorpreso con Gilda ha più fretta di andare che di rimanere, ed in can-seguenza perdesf tutta la bellezza del componimento musicale, e si tradisce la naturalezza della posizione dando all' Addìo medesimo un tempo meno che mosso. Anche al duetto del secondo atto tra Rigoletto e Gilda dovrebbe darsi un po' più di movimento, se non lo si vuol rendere una disgustosa cantilena. Pregherò in ultimo il Direttore di essere un po' più
    ____________ Il » . . .J__ -*---a-a
    la vera scuola del canto italiano. E rh* «fe altri ne dica, egli sta bene in iscena, e Ufati preta benissimo la sua parte. Gli si è pff: r colpa di essere esagerato nell'azione, 0*rJ, riflettere, che se in questo più castigato egli f^ se, trasformerebbe Rigoletlo in un buflooe serio. , e
    11 Contralto Signora Stefania della Hom u.« ha così poca parte nello spartito, da non po- rj< tersene per ora dare un esatto giudizio: sta- cm tendolo meglio in altra opera, se ne potrà par- isi lare. Intanto fin da ora si può preconizzare cN piacerà tantcr per voce che per la scena
    11 primo Basso Sig. Raffaele Tom mastini b* voce chiara e metallica: sta ottimamente in i- ì scena, e la parte di Sparafucile gli si attaglia così bene che sembra scritta per lui. *«
    Il primo Tenore Signor Amadeo Cecconi r* sebbene possegga discreti mezzi vocali, e si af- ^ fatichi a tutt'uomo per piacere al Pubblico. purtultavia, mettendo egli ogni cura nello sforzare la voce, mi dispiace il doverlo dire, ottiene IVf- OQO' fetto contrario a quello che si propone, perchè dal continuo sforzo che egli fa, deriva l'abbi .
    Ct/bl
    samento della voce stessa, e con questo l'es- m<2.
    ser costretto ad appoggiarla quasi sempre nella paajr
    emissione, la poca intonazione, il non poter
    ben compiere le frasi, e il non far le prese di SCeit
    fiato a dovere: i quali difetti certo non tessono (nep
    il di lui elogio.     I Cori vanno benino, e andranno meglio s* n»«
    si otterrà un pò più di unione e maggiore esal-
    tezza nelle entrate. s
    Fra tutti i pezzi dell'onera quello, che mi     sembra interpretalo a capello ed eseguilo he- ***
    nissimo, è il finale del terzo allo tra Gilda ? *
    ì iti
    Rigoletto, ed io non posso che rallegrarmi eoa essi loro. ¦ ,jl , I
    Che dirò poi delle castrature, che si fanno coè allo spartito? Vi sono quelle indispensabili, cui:- qad] sigliate dalle condizioni anormali di salute «* v.lia un cantante, ma se ne osservano alcune aUr* j che non dovrebbero farsi. [Nella seconda reciH * del Rigoletto, per esempio, fu soppressa la UW pesta: non volle assolutamente piovere uè io j naie ! Che facciano for?e paura e rechino ;1
    sturbo anche le teinneste teatrali a ùara ^jé
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    farne aur:zirlare le rendile; ma in questa citta chi baile alle porte cittadine a chiedere , a-bolo pei veri poverelli, trova sempre anime pie rh«* Io mandano consolato con abbondanti e-largizioni.
    T. A. Of
    Rassegna Musicale
    Nei nostro Teatro Comunale furono dite le prime recite del Rigolelto dell' insigne Maestro Verdi, di questa gloria vivente d'Italia, di questo filosofo musicale, che riunendo in sè eei avendo saputo armonizzare nei suoi vasti ed innumerevoli componimenti la semplicità delle -melodie del Bellini al brio del Rossini ed all'arditezza delle frasi del Mayerber, ha dato un nuovo indirizzo al gusto musicale del secolo. Il Rigoletto, sebbene non di recente scritto, è stato e sarà sempre uno spartito ammirabile. Per tacere di tutte le peregrine bellezze in esso diffusamente sparse, basta a caratterizzare l'eccellenza della composizione
    APPENDICE
    RAFFAELLO E BELLINI
    (Vedi N. 8;
    I Car i cri poi ebe della scuola bolognese diconsi capi furono, se è permesso dirlo, nel campo della pittura eclettici, perciiè cercarono di riunire nella loro memoria i pregi delle più'celebri scuole d'Italia e fondarne una nuova ohe non fosse seconda alla Romana per la graziosita ed eleganza delle forme, pel disegno alla Fiorentina, alla veneto a lombarda per il colorilo. E in parte riuscirono nell'intento perchè in essa la schiera degli insigni artisti è numerosa più d' ogni altra. Infatti il Domenichino e Guido vi appartengono, fuvyi ancora il Guercino ed il Caravaggio il cui fare seguirono due celebri Spagnoli, il Valasquez ed il Itibera, E quest'ultimo fu maestro di quel capo ameno di Salvator Uosa e di Luca Giordano, A questa medesima scuola può dir»i appartenére il Rubens, capo della Fiamminga, celebre fratutte pei soggetti allegorici. Se non che i critici
    Due per non essere surpi^su tuu u-iiud rm j/rn fretta di andare che di rimanere, ed in can-segnenza perdisi tutta la bellezza del componimento musicale, e si tradisce la naturalezza della posizione dando all' Addio medesimo un tempo meno che mosso. Anche al duetto del secondo alto tra Rigoletto e Gilda dovrebbe darsi un po' più di movimento, se non lo si vuol rendere un» disgustosa cantilena. Pregherò in ultimo il Direttore di essere un po' più generoso del suo ajuto ai cantanti. Nella prima recita uno di essi si perde totalmente uscendo dì tuono, e rimase affatto abbandonato a sè medesimo, finché non gli venne a taglio di rientrare in carreggiala, senza essere punto sorretto.
    Il complesso della Compagnia di canto è accettabile.
    La prima Donna soprano assoluto Signora Egidia Ciccagl'a se non ha grandi mezzi, possiede però una voce omogenea, simpatica, e bene educala al canto di grazia.
    11 primo Raritono Signor Giuseppe Ponzati ha voce chiara ed estesa, e canta con quella purezza di stile e passione che costituiscono
    per esempio non possono sopportare che nella Galleria del Lussemburgo egli abbia posto Maria dè Medici a consultare di cose di Stalo tra due cardinali di S. Chiesa e mercurio Con tufo ciò il Rubens ba pregi inarrivabili specialmente nelle scene domestiche, sicché ben mi ricardo di aver veduto un picciol quadro di lui al Museo Nazionale di Napoli, rappresentante una bettola; ebbene ci si vedono dei giuo-ca'.ori sul volto de' quali già campeggiano i segni del Dio Racco, con tanta naturalezza giuocare che voi per veri li prendereste.
    Per tornare a Raffaello dopo questa digressione, che per vero non fu inutile, ed illustrarne ancor più la memoria , dovrei enumerare tutte le sue opere e farne un esame critico ed accurato. Ma Giorgio Vasari compelenlissimo giudice fè questo lavoro, ond' è eh' io ad esso vi rimando qualora ne abbiate vaghezza, limitandomi per brevità a dire qualche cosa sui più rilevanti disegni. 11 martirio di S. Felicità, la Maddalena in casa del Fariseo, Giuseppe che spiega il sogno dinanzi a Faraone, quadro tanto dal Pussino .ammirato, la Trasfigurazione e la scuola d'Atene che è in Vaticano sono cose divine. E spccialmenlt 1' ultima di queste opere è una vera scuola per l'espressione, poichò vedesi ritratto l'ingegno vario dei quattro giovinetti intorno al matematico che chinalo a terra fa loro la dimostrarne di un teorema. In uno si vede
    ¦ "" \ . i il reaazioo
    Che dirò poi delle castrature, che si fanno r uteri/ allo spartito? Vi sono quelle indispensabili, con- per
    sigliate dalle condizioni anormali di salute di fi capo
    un cantante, ma se ne osservano alcune altre sfilai
    che non dovrebbero farsi. Nella seconda recita quelli ci
    del Rivoletto, per esempio, fu soppressa la tem- B,, <
    pesta: non volle assolutamente piovere nè tuo- Avet
    nare ! Che facciano forre paura e rechino di- Aspé
    sturbo anche le tempeste teatrali, e sieno stnte jjj, perciò proibite dopo l'infausto avvenimento
    della serenala eseguita, al dir di un depo- il n
    nenie a carico dei serenanii, con istrumenti ricorre
    dislurbosil Ma se così fosse, il Deputalo tea- tiv« de
    trale di servizio avrebbe dovuto compiacersi di let.ori,
    renderne avvisato il pubblico: in contrario non sla ftl
    dovrebbe permettere che le opere si eseguano 80,0 cb
    spoglie degl'indispensabili accessOrii. P®r H
    Quattboccii si
    Duglie tu affo
    Piccolo Corriere
    eipitoi abbia
    Si avvicina il capo d' anno» giorno delle strenne, dell* tutori
    mancie e degli auguri. per Ql
    Le nò
    p .. j , , , ! , I * B , ^ , ; ,ggjgl d Ha
    il raccoglimento perchè tutto intento tien dietro alla dimo- tLeVot
    slra ione; un altro mostra nella prontezza dell'atto maggioro uo m
    perspicacia; mentre il terzo che è già arriva o colla forzi le ma
    d' una po'.enle intelligenza alla conclusione, vorrebbe farli
    capire all' ultimo il quale standosi impalato con una certa jq
    espressione di stupido nello sguardo, non arriverà a compren- furon
    dare nui nulla, E se questo basta a dardi idea della sua dome
    potenza nel dare , espressione che è la parte sublime e qua»i ,
    ideale della pittura; facilmente potremo idearci quanto uni UQ a
    valesse neila pittura, riguardo al colorito, alle ombre, ai d'ave
    panneggi, all' insieme che infine non sono che ornamenti (li prodi
    essa. E che altro dirò se la mia mente non si sente capaci mand
    di comprendere in tutta la estensione la sua grandezza ? sono
    Finirò cosi: Per me, Michelangelo nelle sue composizioni che
    danteggia come omerizzavano altre volle Fidia ed Apelie: e \aad
    Raffaello addoltrinato d .i Greci ha saputo come Virgilio
    esprimere il fiore del vero , condire le sue opere di una j
    graziosa nobiltà, innalzare la natura come sovra sè steisa. che
    dand ole un aspetto più. vd^o di ciucilo cìie realmente ba, pi» ipoi
    animalo, più maraviglioso. E se è vero che la pittura è una sola
    poesia muta, egli è il più gran poeta della natura,
    Eugi mo Cmcui feti
    (Continua)
    tm