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Se io vi dicessi cho non ho dormito una notte intera per pensare ad un regalo da offrire ai miei azionisti, associati e lettori, voi non mi credereste. Eppure , così coni'io vi dico.
Nè vi stupite se ho architettalo tanto. Ricordate che siamo ancora piccini, non abbiamo compiuto un mese di vita e qualcuno dico pure che ancora non abbiamo i denti. Come menerei dunque ad una spesa relativamente jforte f Imperocché noi, se faeciamo una cosa, la vogliamo seria ad ogni costo; e vi prometto fin da ora che per il capo d' anno del 1877 voi avrete una Strenna, da me compilata con la collaborazione di due poetesse, di cui una è nostra concitta-
di&a, e dei migliori ingegni mas co fui che vanti Teramo.
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Ma quest' anno ci voleva qualche cosa.
lio riunito perciò il consiglio dei passeri..... (pardon).....
dei collaboratori e con una faccia più seria di quella dell' ass. della Cananea quando legge agli sposi gli articoli del codice, ho detto loro: bisogna fare un regalo ai nostri azionisti ed associali !
Veramente questa improvvisata ha fatto pensare ai miei onorevoli colleghi che fossero in disordine le mie facoltà mentali, àia, siccome essi sono {più ragionevoli dime, e poi (non faccio per lodarli) hannno lutti un cuore di pasta frolla, così non ho durato Unta fatica per persuaderli che i miei mezzanini erano in ondine e la mia proposta non faceva paura. A
Non vi dirò della discussione che n' è seguila per la scelta. Mi limito solo a notare che nessuno s' è riscaldato {neppure 1' iroso scrittore della Rivista amministrativa ebe dorme tuttavia il sonno dei ........ Sacconi), nessuno ha minaccialo i pugni all' altro, come pur troppo avviene nella Camera dei Deputati:
Si è conchiuso alla fine (udite! udite!) che ammessa la convenienza di fare un regalo ai no-tri cari a ionisti ed associati, si dava l'incarico della esecuzione tal medico della redazione, il quale ba studiato parecchie malattie, tra cui 1' itterizia (pei giornalisti), 1' igiene (per i le.t^ri1.
Per farla finita dunque (n'è ora, neh?; vi dico che per il capo d' anno avrete un Calendario igienico, a doppio uso Cioè per quelli che vogliono vedere i giorni dell' ai no e per quelli che desiderano alcuni consigli d' igiene, fatti con scin» pliciià e senza pretesa alcuna.
Avete a comprare un calendario per affiggerlo al muro?
Aspettale quello ehe vi d>.à gratis il Corriere Abruzzese.
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11 natale è passato, le sbornie son digerite e il mondo
gnera Maccaferri a non ingelosirsene): all' avv. Crueioli una statuetta di neve, rappresentante Ercole ai bivio: al Presidente del Tribunale un... appunto giudiziario che non ho potuto pubblicare prima d' oggi. Al sig. G. F. della Gazzetta, per ora, una pillola sedativa del prof. Pignacea che libera il petto senza 1' uso dei salassi da quegli incomodi che non peranco toccarono lo stadio infiammatorio. E finalmente ai promotori della società per la fabbricazione dei concimi e ad alcuni altri cittadini certi schizzi che si potranno vedere nello sludio della Moniea.
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fj La sera del 25 i teramani avevano un altro meet designato dal buon Slernini che ogni volta che mi vede, mi prega per una buona cronaca teatrale. Ma io me ne son lavate le mani e ne ho dato 1' incarico ad altro dei mici collaboratori, il quale però nella sua qualità di ammogliato a tempo avanzato, lascia a me la parte, dirò così, pettegola di delta cronaca.
Vi dirò dunque che il nostro teatro presentava un bel l'aspetto: i primi due ordini di palco erano occupati, tranne quello della Giunta che, poverine, aspetta il momento di far cessare la sua vedovanza. Quà e là spuntavano bellezze di primavera; ma non mancavano di far capolino certe foglie d' autunno di cui si può ripeter col Petrarca: Miser chi speme in cosa mortai pone 1
Ilo ammirato delle graziose pettinature con fiorellini bianchi: nessuna camelia, molte rosette, parecchi gelsomini. Chi ba studiato il linguaggio dei fiori, può vederne il significalo.
11 terz' ordine era, come sempre, deserto: soltanto nel paleo di mezzo, proprio sulla testa del Prefetto, Sternini aveva riunito una brava compagnia che taluni ebbero a qualificarla per claque. A prescindere, che 1' on. Prefetto non ha bisogno di claque perchè c' è ohi gliene fa abbastanza, faccio osservare aU' impresa che Teramo non è città atia alla claque. Me ne appello a tutti coloro ehe vedono di giorno in giorno il tramonto della loro gazzarra sia politica che musicale.
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Alla serata pari le cose mutarono aspetto. Io sono entralo quando non c' era nemmeno per fare un tresette. 1 palchetti erano pressocchè deserti tutti: le toiletes erano meno b iliaciti: la signora Maccaferri aveva lasciato a casa i fiorellini, ma aveva un breloque di mollo buon gusto: lo altro signore che non erano intervenute alla dispari, avevano un non so che di melanconico e di ratl'reddamento sconfortante.
Il più sconfortato però era naturalmente S'ernini. Non si può avere lanle pretese, quando un impresario deve far calcolo soltanto sulla metà delle recito. Così andava ri-no,tendo 1' imnresario del nostro toatro con nn naso ... molta
c'O tutti i proceduristi sono d'accordo, che le cause si debbano trattare ad udienza fissa a tamburo battente senza che prima le parti, o meglio i loro Procuratori ed Avvocati, abbiano avuto tempo di esaminare i documenti cpie scambievolmente producono,- sapere le domande ed eccezioni che hic inde si avanzano, ed aver tempo di produrre altri documenti valevoli a combatterle. In una parola nei procedimenti sommarii le parti possono colpirsi all'improvviso ed all'impensata senza che abbiano tempo di mettersi alla difesa.
Però a questo grave difetto di legge si trovò iteli'istessa legge il rimedio. Potendosi per 1' art. 247 Keg. gen. giud. rimandare (a trattazione di una causa da un' udienza ad un' altra , se sieno consenzienti le parti, queste si avvalevano di tale dritto ogni volta credevano che la causa da trattarsi avesse bisogno di studio più accurato e di più maturo esame, o dovessero presentare nuovi documenti resi necessairi dalla natura del giudizio e dalle deduzioni fatte. Cosi quel vizio del procedimento veniva tolto di mezzo, e si e-conomizzavano tempo e spese, prevenendo sentenze interlocutorie inevitabili per la mancanza di esib zioni de' documenti, con immenso vantaggio della giustizia e delle parti. Questo che noi diciamo è stalo pratica'o e si pratica in tutti i Tribunali e Corti del Regno e si è praticato fino a pochi mesi or sono innanzi al nostro Tribunale, quando è piaciuto al Presidente, s;g. A. Cav. Miele, introdurre un nuovo stato di cose, col proibire che le cause vengano rimandate più di uua volta da un' udienzfa ad un'altra, quantunque si sia il pieno accordo e consenso delle parti. Egli crede che appunto per l'art., 247 sopra citato possa accordarsi uu solo rinvio; e non v' è ragione per lui che tenga in contrario. La causa, rinviata una volta, deve assolutamente trattarsi, qualunque sieno gli accidenti della vita, che possono impedire alle parti ed ag1' avvocati di difendersi. Quindi non malattia loro, non gravi infurtunii famigliari, e persino la unrte, possono autorizzare il rinvio. Il rifiuto del Presidente è simile al fatale non possumus.
Ora, ciò posto, domandiamo noi. è ragio-
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flìcì à © senza protesa alcuna.
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11 natale è passato, le sbornie son digerite e il mondo ricorre nella sua china naturale. Farvi li iva storia retrospettiva delle feste scorse non sarebbe una cosa fresca pei miei lei ori, tanto più che ciascuno di essi è stato attore in questa grande scena che si svolge una volta all' anno. Vi dirò solo che i caproni furono all' altezza della loro posizione , per numero e per qualità, la tombola qaeslo giuoco per far la corte alle signore regnò sovrana in tutte le famiglie ; e Monsignor Milella fu onorato da un concorso tanto affollato «he molti non ricordano l'uguale. Una mancanza ha rattristato questa festa la poca quanti'à dei capitoni. Mon so capire perchè Coinacchio in quest' anno non abbia volalo mandarci in gran numero i palustri suoi abitatori. Co visto qualche buon teramano veramente addolorato per non aver trovalo Hi comperare una libbra di capitone. Le nostre donne poi che da buone massaie sono arl/i tre d Ila cucina e mangiano, in quella sera, il capitone per devozioni come dicon esse, erano le più desolale, e non sono mancate di quelle che hanno incolpato di ciò la non con-
fe mala voce della nomina del nuovo Sindaco.
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Intanto i regali sono stati all' ordine del giorno: i caffè furono per due giorni consecutivi, assediati da compratori: domestici e cameriere ebbero molto a sgambettare per offrir doni e pigliar mancie. Un mio azionista ebbe in regalo un asino... in effìgie. Un altro, appartenente al foro, dopo d'aver difeso al Tribunale correzionale un tale maniaco per prodigalità, riceve da questo un' enveloppe ben chiosa; domanda chs coea vi fosse e il suo cliente gli risponde: vi sono 200 mila lire per il vostro incomodo j E inutile dirvi che il nostro avvocato vi trovò un pezzo di no.a della lavandaia.
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Ha i regali non si sono fermali qui. Al cav. Campana c'ae mi era più simpatico quando m'insegnava il quadrato del-ifrte^ jva che oggi in cui si perde tra gli argini della Vez-uAi e la strada del Vomano, è stato mandatoti dono della àiùmzime che finora ha in»idiato agli altri. Al R. Prefetto oa bacio degli elettori di Castellamare (prego la Si-
allre signore che non erano intervenute alla dispari, avevano un non so che di melanconico e di raffreddamento sconfortante.
Il più sconfortato però era naturalmente S'ernini. Non si può avere tante pretese, quando un impresario deve far calcolo soltanto sulla me'.à delle recito. Cosi andava ripetendo ! impresario del nostro teatro con un naso.... molto allungato, lo 1' ho confortato facendogli presagire una rivincila col Ruy-Blas. Intanto cominci a contentare gli abbonati; faccia illuminare meglio il extro, e guardi un pò di riparare queir aria che infila nella platea e fa venire ì torcicolli.
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Della compagnia, dell' orchestra, del senato della Maddalena, delle pose di Rigoletto, delle quali à fisiche della prima donna soprano, lascio I' incarico a Quattrocchi; perchè, a dirla schietta, non voglio fare come il cronista della Gazzetta che affibbia alle gentili signore la responsabiliià del suo gusto poco estetico.
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La sera di domenica una carrozza in corsa travolse sotto di si una ragazza che sembra siasi fatta male nella spina dorsale. Mi pare che harvi un articolo che proibisce certe corse; ma, già, chi se ne incarica? Uno di questi giorni metterò un avviso: mancia competente a chi sa t-iova^e uua
Guardia municipale per le vie di Teramo.
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Ricevo parecchi reclami perchè non si è proceduto ancora all' elezione del Conciliatore. Sarebbe tempo di averlo per baccol
Mi si annuncia con vivo rammarico, la dimissione dell' on. lrelli come presidente dolla Congregazione di Cariià. Non ne so le ragioni; spero ancora che non si avveri la notizia.
APPUNTI GIUDIZIARII
Ognuno, per poco inizialo nelle cose legali, sa che, secondo il nostro Codice di Procedura Civile vi sono due specie di procedimenti per la trattazione delle CuUse, il /ormale cioè ed il sommano. Senza notare qui le differenze che passano tra 1' uno e l'altro, l'indole speciale di ciascuno ed i loro difetti, che sarebbe un fuor d'opera, diremo soltanto che tra i difetti, che si ravvisano nel procedimento sommario, vi ha quello principalissimo (ed in ,
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avvocati di difendersi. Quindi non malattia loro, non gravi infurtunii famigliari, e persino la nnrte, possono autorizzare il rinvio. Il rifiuto del Presidente è simile al fatale non possumus.
Orav ciò porto, domandiamo noi, è ragionevole questo sistema del Presidente: è mai legale ?
Abbiamo g'à detto a quale grave inconveniente si riparava col sistema dei rinvìi : ora questi inconvenienti per l'avviso del nostro Presidente nascori®Hi bel nuovo. A prescindere da ciò, sorgono altri inconvenienti. 1.* Pel Tribunale, che così è obbligato di portare nella Decisione delle cause quella stessa precipitazione e leggerezza, che ha dovuto certamente accompagnare gli avvocati nelle loro difese; non essendo a dub tare che quanto più diligenti sieno le difese tanto più i Magistrali sono posti, alla portata di emettere ponderati ed assennati giudizii. 2.® Per le parti, le quali molte volle non hanno tempo sufficiente a r n-tracciare e presentare tutti i documenti in sostegno dei loro dritti, e trovans! così esposte ad avere sentenze monche e contrarie alle loro ragioni, ed a trattare soventi una causa, per cui forse, pendente il giudizio, potrebbe conseguirsi un'utile conciliazione. 3.° Per gli avvocali finalmente, che non hanno più quella tranquillità, e posatezza necessarie ger la retta discussione delle cause. Essi non debbono essere governati a mò d'impiegali, con l'orario alla mano, che non possono essere tenuti a difendere una causa entro un determinato periodo di tempo, in un giorno aozicchè in un altro. E", diciamolo francamente, subendo il fatale non possumus. dell' onorevole Presidente, vi va di mezzo un pò- la loro dignità perchè s'impone loro il più delle volte in tnono troppo imperioso l'osservanza di un dovere, che la legge non prescrive.
E ciò dal lato della convenienza. , (ConlmuaJ G. De Marco
F. TAFFICRELLF, Direttore responsabile
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