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i popoli acquistano in certo modo una direzione ed energia novella, sia finalmente perchè dove le tribù divise voglian. formare un'autocrazia, allontanandosi quanto possono, dai popoli fratelli o confinanti per amore d'indipendenza nazionale, coloro che hanno in mano il governo, alterano anche il linguaggio. Vengono eglino a questo intento in più guise, od aggiungendo una o più lettere paragogiche, siccome vediamo fatto dai nostri Sabini che in ciò tennero dietro ai Persiani loro padri, o scambiando alcune lettere l'une per l'altre, come fecero i Latini ad imitazione del dialetto eolico, ora inserendo alcune lettere o via gittandole,ora posponendo lettere o sillabe, ora in fine rovesciando sia le sillabe sia l'intera parola, come fecero i Persiani ed in parte a loro imitazione i nostri Sabini. In questa formazione di nuove lingue, cui generalmente negli antichi popoli danno opera i sacerdoti od ascetici, comunque si vogliano immaginare, accade clie, dove il popolo è distaccato in un certo modo da coloro che hanno in mano il governo, l'alterazione è di pochissima importanza, e la lingua, per così dire, teocratica e nascosta non ha quasi nulla die fare con quella del volgo abbandonata al corso di natura se non anche appositamen* te alterata: dove poi le plebi sono più amanti del progresso, e disdegnano d'adorare il vitello d'oro, il cangiamento ha più del popolare, o, per meglio dire, del secolaresco. Il popolo ama la chiarezza e la semplicità, vuole che gli si mettano innanzi le cose sotto forma sensibile e determinata; laddove ciò che non viene dal popolo, ama il velo, ama il mistero. Per questo le lingue nuove hanno più o meno del popolare, secondo che l'azione del popolo è più o men viva. Il Greco, perchè formato più dal collegio sacerdotale degli Omeristi * inchinevoli in gran parte al popolo e non molto dati all'ascetismo, che dal collegio sacerdotale degli Orfici sapientissimi e misteriosi, fu non molto sistematico; , il greco, favellato da un popolo amante del movimento, sensibile, e di viva immaginazione, fu dolce, pieghevole, armonioso, poetico: il Latino poi, perchè formato piuttosto dal popolo e da' suoi tribuni, fu più vario, e fece ritratto pienamente dal popolo destinato a dominare l'universo.
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