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casticismo i suoi sacerdoti che questi soffocarono ogni amor proprio, né per affetti generosi ed umani, né per lusinghe e larghe promesse, nč per timore e sanguinose persecuzioni si lasciaron mai condurre a svelare i loro arcani.
Perchč le plebi dal loro basso stato non avesser levato il capo, era da farsi accoglienza ad un linguaggio ambiguo, oscuro, ignoto al maggior numero, nelle cose sacre e politiche, di natura che ne9 tempi pił umani dai filosofi volge-vasi l'ingegno ad aprire al volgo la natura degli Dei, poco a comłne conoscenza per lo addietro. Tribł speciali e segregate dal popolo, od ottimati superbi da gridar sempre religiones et auspicio esse stia, o famiglie sacerdotali divise, o collegi ecletici di persone dotte ed approvate, da poter gridare al volgo: Proeulj oh procul este^ profani/non dovevano far conoscere se non in parte il sistema religioso ( 1 ), ed in concedendo che questi profani fossero stati muti spettatori di strane e superstiziose cerimonie sacre doveano bene richiedere mille ridicole purgazioni... Onde ben diceva Clemente Alessandrino, Stromąt. V.: Omnes ergoj ut semel dicam ^ qui de rebus divinis traetarmt tam barbari quam Graeci> rerum omnino principia occullaverunt j et peri-totem aenigmatibusj symbolisj allegoriis j metaphoriSj et qui-busdam talibus tropis tradiderunt.
Chiudendo le caste le cose politiche e sacre sotto il velame di strani simboli, ebber l'occhio in ispecialitą a far lubrici e buffoni i lor numi. Vulcano, ridevole marito di Venere, colla sua rete co'suoi strumenti fabrili e zoppo di un piede, se pare un nume da divertire il popolaccio a cbi posa l'occhio ia sulla scorza delle cose, dice tutt'altro a cbi saetta il guardo acutamente per entro al midollo. Quel Saturno curvo gią dagli anni afflitto e dispettoso per essere stato evirato dal figlio Giove, e gił balzato dal trono; quel Saturno che divora dei sassi o i propri figli; quel SaUirno che con una nave piena di grano campa in Italia dalle mani di Giove, insieme con re Giano conduce prosperevol-mente gli Aborigeni, cui dą lezioni di agricoltura; questo
0) V. Jannclli, nell'opera cui č lilolo: Fundamcnta hermeneutica hierographiac cripticae veterum gentium, p. 68 ; e 357.