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usi e costumi caratteristici (1); perchè gti Ambroni erano poco numerosi e barbari a9 tempi di Mario, cosicché furono quasi pienamente distrutti (2), laddove gli Umbri sono potentissimi, numerosi, civili fino da tempi immemorabili in Italia ; perchè l'autorità di Plutarco è solai, perciò di nessuna importanza coatra le nostre ragioni, irrefragabili, essendo tratte dalle intime leggi etnogoniche ; e finalmente perchè l'autorità di Plutarco nulla prova, facendo intendere, cho gli Edui tra gli Ambroni potevano avere consanguineità cogli Umbri, e coi Liguri, o che per caso il nome degli Ambroni fosse omiofonoa quello degli Umbri od Ambroni, dato ai Liguri, come accennano il Reisbc e l'IIutleQ. In quanto agli altri Galli recenti dobbiamo dire, ebe eglino poco hanno che fare coi nostri Umbri, perchè recenti, barbari, e con elementi diversi di civiltà; ed, anche posto che i Liguri fossero di puro genere iberico antico, nommai si potrebber derivare dalla Gallia recentemente popolata. Dionigi di Alicarnasso non ebbe alcuna ragione per dubitare,se i Liguri fosser derivati dall'Italia o dalle Gallio, vedendoli comparire la prima volta nelle regioni , ove è il fondo della gente Umbra in modo che Umbri e Liguri si confondono, ed indi allargarsi altrove nell'Italia subalpina ed alpina fino al Tirreno, e di là per le Alpi marittime e pel Nizzardo nelle Gallie. Se Dionigi avesse osservato, che il centro dei Liguri è lunghesso il fiume/Eridano, e che in tempi antichissimi, anziché distendersi alle Alpi, si volsero verso l'Italia centrale da potersi facilmente confondere cogli Umbri ed Aborigeni, coi Siculi Ausoni c Liburni, ove costoro non fossero stati in verun modo consanguinei ; se avesse posto mente, ebe le tracce degli Umbri e dei Liguri fuori d'Italia sonorarissime, sono recenti, sono fuori del centro etnosporadico; nommai sarebbe
(4) Sia di esempio soltanto la divisioneTlclle giornate. .Gli Ambroni divìdevano per notti, gli Umbri poi contavan le giornate dall'uno all'altro mezzodì. Cf. Aulo Gellio, Notti Attiche, lib. Ili, c. 2.
(2) Cesare per questo non ne potè far menzione ne' suoi Commentari.
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