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Tutta la gente Sabina ha un nesso strettissimo coi Cai-cidensi e cogli Ausoni. Ausoni si dicono i Sabelli da Fi-largirio (1 ), e da altri si fan venire nella regione degli Opici (2). Ausonica è Nola (3), e Reggio (4), e Cuma (5) e Benevento e Calvi ed Aurunca (6), dove gli Ausoni si restrinsero posteriormente a formare il regno Tesprotico ed Ausonica Ausonici e Calcidensi furono i Latini e Sabini (7).
Come dicemmo gli Ausoni sono dei primi abitatori d'I^ talia; perchè popolarono la maggior parte dell'Italia centrale , passando dai lidi dell'Adriatico a quei del Tirreao, che da se denominarono Ausonio, nel mentre che fuori d'I*
(0 Cf. Covedoni, BuUettino Archeol. \m> p. 27.
(2J Strabone, lib. V.
(3) Stefano Bizantino, in v. Plinio, lib.; Ili, c. 5. enei lib. 11, la dice Calcidica. £ Silio Italico, 1. XII, v. 4 64.
Hinc ad Cfcalcidicam transfert cilus agmina Nolani.
(4) Diodoro Siculo, De sententiis, c. II; Strabone ed altri. Perchè Giuseppe Flavio, segnito da S. Girolamo, Mazzocchi, Barilo ed altri , dice Reggini gli Aschenazei discendenti da Gomer, e le voci, Aschenez ed Ausoni, sono omiofone, si derivò Reggio dagli Aschenazei. Son vere coincidenze di nomi. Da Aschenez discesero gli Aschenazei che non prima di Ciro si avvicinarono al Ponto, che da se denominarono Euxino , perchè 680 anni prima di Cristo erano ancora sul Tanai, come lo accenna Geremia. E dopo l'Era Cristiana diedero l'origine principalmente ai Sassoni. Vari figli di Togorm» si posarono tra i Giorgiani cosicché potettero vantarsi di aver dato l'or rigine ai Frigi, pel nesso di questi cogli Armeni..
(5) Stazio, Sylv. 1. V, c. 3. Ausoni pridem Laris hospita Cyme. Cf. Strabone, iib. V.
• (6) Festo Pompeo: Ausonia» adpellavit Anson, Ulysses et Calyp-sus filius; eam primum Italiae partem incoluit, in qua snnt Urbes Beneventani et Cales: deinde paullatim tota qnoque Italia, quae Apen-nino finitur, dieta est Ausonia ab eodem duce, a quo eliam conditane fuisse Auruncam urbem ferunt. Per gli Aurunci vedi Servio , all'È». 1. VII, t. 727; e Giovanni Tzetze, Hist. 4 6, Chil. 5.
(7) Plinio, lib. Ili, 5, e 1. II: Quid Cerem Urbenr. , quid Latinoa populos qui ab Aenea conditi videntur? Jam Phalisci, Iapigi, Nolani, Abellani non ne Calcidensium coloni sunt? Quid traclus omnis Cam-paniae? Quid Brutii, Sabinique? Quid Samnites ? Cf. Giustino, lib. 30. c. 2. Intorno ad Avellino vedi Giustino,e sui Latini vedi Dionigi di Ali-camasso, 1. I; Antioco Siracusano presso Strabone, 1. V ; Aristotile, Ptìlit. 1. VII, c. 4 0. e Virgilio, che nell'Eneide, 1. VII, dice: Au-ràncos ita ferre senea ... et quos> de collibus altis Aurunci misere patres, Sidicinaque juxta aequora.
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