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La grammatica ed il lessico del dialetto teramano.
Due saggi
Giuseppe Savini
Ermanno Loescher Torino, 1881, pagine 207

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Ma d'altra parte chi voglia considerare bene le cose, non dee farsene meraviglia, e per le due seguenti ragioni: i° perché noi, volgo e classi civili, ci vergogniamo del nostro dialetto, e quando dobbiamo parlare con forestieri, od anche indigeni a noi superiori, ci sforziamo di ripulirlo quanto più possiamo; — 2° perché, attesa l'affinità grandissima fra il nostro dialetto e l'italiano classico e 1' uso toscano, a noi riesce facilissimo il parlare la lingua buona, tanto che le persone men che medio-cremente colte parlano sempre fra loro la lingua di grammatica, con qualche idiotismo, con varie imperfezioni fonetiche, ma tutt'insieme di poco conto.
   In ciò siamo affatto dissimili dagli abitanti delle altre pro-vincie d'Italia, e sopratutto delle settentrionali, dei quali, anche quelli che appartengono alle classi più elevate della società, e financo alle Corti, si tengono quasi a punto d'onore il parlare il più puro vernacolo.
   Ma se noi non usiamo (e parlo specialmente delle persone colte) il dialetto neppure nel parlare fra noi, possiamo usarlo, o potevamo averlo usato nello scrivere? — Ecco dunque perché questi scritti in dialetto non si rinvengono.
   Delle quali difficoltà a scrivere bene dei dialetti nostrali avea parlato da par suo il Prof. D'Ovidio, benché sotto un rispetto diverso dal mio, quando si era lamentato che il dialetto di Campobasso, di cui egli si occupava, non offriva « documenti scritti ». E poi egli riconosceva; che « nel Mezzodì per la mag-« gior affinità di questi dialetti alla Lingua colta, le persone « pur mezzanamente istruite non si abbandonano quasi mai al « pretto dialetto, o parlare sporco, come lo chiamano; » conchiudendo infine che per queste due ragioni, e per l'altra, che anche parlando il dialetto, noi vi mischiamo « suoni e parole e forme della lingua colta » il solo ritrarre « fra le tante varianti la vera lezione » costituisce, trattandosi di un dialetto meridionale, rispetto ad un dialetto dell'Alta Italia, « la stessa maggior difficoltà, che può avere, poniamo, il leggere un' in-

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