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nella loro unione, da valere senza dubbio uno studio particolare. Ed in siffatta diversità e con tanta copia di arti-etiche e storielle interprelazioni, che i moderni studi su quegli stili ci forniscono, ho tentato anch'io di scoprire nel nostro edificio i caratteri di quelle varie maniere, il tempo ed il modo, onde -vi si sono succedute. Ho dato nel segno ? Ciò vedrà chi legge.
Che vi dirò poi della parte storica, propriamente detta, di questo lavoro, ossia del racconto degli avvenimenti del duomo aprulino ? Questi, per verità, non escono dalla cerchia dei fatti locali; ma la loro esposizione non può andar disgiunta dalla descrizione materiale del ' tempio ; ed io mi son quindi studiato di narrarli accuratamente, anche con la scorta di nuove notizie, di nuove particolarilà attinte a' nostri archivi, confortandole inoltre col corredo di originali ed inediti documenti, non che di epigrafi perdute o tuttora esistenti. Un buon dato di tavole fototipiche, del Danesi di Roma e del Bassani di Milano, delle partì più notevoli del tempio e di quelle per me scoperte e poi ridate alle tenebre primitive, servirà a dare maggior lume alle artistiche descrizioni contenute nel testo.
Certo questo scritto, inteso a conseguire tutti questi fini, non avrà toccato interamente la mèta; ma la diligenza, che vi ho posto, e l'amore, che l'ha inspirato, varranno, se non a soddisfare tutte le esigenze critiche moderne, ad appagarne almeno quella parte, la quale possa ottenergli un'occhiata benigna dagli amici eletti, che, come voi, hanno serbato costante ed immutato affetto per fautore.
Teramo, 2 marzo 1900.