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Il Duomo di Teramo.
Storia e descrizione
Francesco Savini
Forzani e C. Roma, 1900, pagine 176 (più 29 tavole)

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   6. Non v'ha alcuna ragione, né dal lato delle locali notizie nostre, né da quello della storia dell'arte, per credere mutata, almeno notabilmente, la forma del nostro tempio dopo l'aggiunta arcioniana, e fino al 1475; anno in cui press'a poco il vescovo Campano scrisse la nota lettera intorno la sua città episcopale.l Quindi noi qui, traducendo la sua descrizione della cattedrale teramana in quell'epoca, stimiamo conoscere lo stato della medesima per effetto del restauro del secolo antecedente. « In mezzo alla città », dice egli dunque, « sorge la chiesa principale sacra alla « Vergine Madre, di cui la base è costrutta in pietra, « mentre la parte soprastante è fatta a mattoni. La cupola «ha un'assai elegante covertura e le navi laterali, che pel « molto distendersi appaiono basse, sono coverte di tavole «e di tegoli. Vi sono tre porte di marmo intagliate: una « volge ad oriente, l'altra ad occidente e la terza a set-fi tentrione: le scale, che menano a queste porte, sporgono « e s'innalzano per lungo tratto. La cupola si erge nel « mezzo della chiesa e torreggia sull'altare maggiore; sicché « paiono al riguardante tante le chiese, quanti sono i lati del « tempio ?.2 II Palma poi, che ognuno conosce per isterico esatto e coscienzioso, compie a sua volta la descrizione del Campano nel seguente modo : « Avanti che Monsig. Arcioni « prolungasse verso' ponente la Chiesa a destra dell' aitar « maggiore, o v'era il Cappellone di S. Berardo, era il Coro. « A sinistra ove attualmente è F Organo, era la Sagrestia, « denominata vecchia, da che nel 1594 fu compiuta la Sa-
   1 II PALMA (Storia, voi. II, pp. 232, 242 e 243) mostra con documenti la dimora del Campano in Terarao dal 1474 al 1475.
   2 CAMPANI Epist., lib.IV, epist. I: « Media urbeproiniuet templum -(maximum, Virgini Matri sacrum. Eius basis tota silicea est, reliqua « molis lateritiis tollitur. Conus templi testudine percksganti fastigiatur. <' Alae porrectius illae quidem, sed tamea subductius patent, materia <-• tegulisque eontectae. Fores tergeminae marmo re expoliuntur, quarum « unae reeipiunt orientem solem, alterae ostondunt oecidentem, tertiae 'iverguntur ad septentrionem; quae spectantur prae foribus sealae mar-« morcae tractu longo porriguntur et surguut. Conus medio imminet « tempio, dcspicitquc altare ad perpendiculum ; ut tot templa, quot «templi latera esse videantur».

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