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Il Duomo di Teramo.
Storia e descrizione
Francesco Savini
Forzani e C. Roma, 1900, pagine 176 (più 29 tavole)

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   IL DUOMO DI TERAMO
   «grestia nuora. Delle tre porte indicate dal Campano ne «rimane una sola, cioè l'orientale».1 Pur fra le vicende della cattedrale in questo secolo xv debbe notarsi il sacco patito delle sue suppellettili nel 1416, di cui perciò diremo nella parte riservata ai mobili preziosi (§ ,->7). Intanto è notevole, che in questo scorcio di secolo, in cui trionfavano l'umanismo e il classico linguaggio, la nostra chiesa continuasse a chiamarsi, con frase medioevale e di bassa latinità, S. Maria de Aprutin,2 come dimostra un inventario dei 26 di dicembre del 1482 degli argenti da essa posseduti, e de' quali parleremo pur nella succitata parte (£• 38). Ciò mostra da un lato la costanza delle tradizioni ecclesiastiche, e dall'altro quel de Aprutin prova chiaramente, a parer nostro, che l'antico nome di Teramo era nell'alto medio evo Aprufium.
   1, Entriamo ora nel secolo xvi, che fu sì fiero nemico del sublime stile religioso del medio evo e che volle anche fra noi, che procedevamo più lenti nella via. dell'arte, dare i suoi colpi alla ormai vecchia compagine del Duomo. Ne abbiamo le primo novelle nel 1566, allorquando il vescovo Giacomo Silvorii-Piccolomini, reduce dal Concilio di Trento, ove s'era fatto notare usando il raro privilegio della messa armata, 3 ordinò che il Duomo fosse sgomberato dagli altari, in verità, siccome vedremo (§ 22), assai allora numerosi, e dalle tombe. II Muzii 4 difatti ci narra che il prelato, obbedendo agli ordini di quel Concilio, fece nel 1566 togliere dai pavimenti della cattedrale e di altre chiese della città i sepolcri, « nelle cui coperte erano in-*• tagliati i ritratti d'huomini armati di tutt'arme co' i nomi « di ciascuno e tempo della lor morte •» ; e ciò con quanto danno dell'arte è della storia ognuno intende. Ma egli non eseguì soltanto gli ordini conciliari, sibbene volle anche.
   i PALMA, op. cit., voi. II. p. 251. V. più innanzi il nostro § .%.
   - Il PAI-MA (op. cit., voi. II, cap. LVI in fine) legge de, Aprutio, ma il corticc ha veramente di; Aprufìn, come noi trascriviamo nel riportarlo in fine fra i documenti (n. I).
   3 SFORZA PALLAVICIXO, Storia del Concilio di Trento.
   4 Mi'zn, op. cit, (iial. III.

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