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Il Duomo di Teramo.
Storia e descrizione
Francesco Savini
Forzani e C. Roma, 1900, pagine 176 (più 29 tavole)

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   B) PARTICOLARI JJELL'IXTERXO E LORO STORIA
   25
   « Epistolae dell'Altare maggiore, vale a dire sotto le scale, t le quali dividono la nave inferiore dalla superiore (agii giunta più tardi) ossia vicino la Torre •». Il che seguito, a quanto narra l'Antinori, 1 nel 1175, ci mostra che fino a questo tempo le ceneri del protettore della città erano rimaste nella parte superstite dell'antica cattedrale. Allora, e sino all'epoca del prolungamento arcioniano, là terminava la chiesa e quindi addossata al muro finale è uopo supporre la cappella di S. Berardo, come si deve credere spostata di là per cagione di quella giunta nel del secolo xiv. Difatti il Muzii 2 la dice posta intorno la metà secolo xvi «sotto l'arco della sagrestia vecchia contigua e chiusa con a ferrata T . Or siccome vedremo (§ 34), chela vecchia sagrestia esisteva ove adesso è l'organo e appoggia vasi ad un lato del campanile, così ci pare di dover credere che essa, posta così, come co la descrive il Muzii, sotto l'arco della sagrestia, chiudeva questa verso la chiesa. Tale cappella « di gran valuta, et facta con grande spesa », come abbiamo già visto (§ 7),, fu abbattuta nel 1572 dal vescovo Silverii-Piccolomìni, dopo averne trasportato l'altare ed il sepolcro del Santo nella cripta, di cui appresso (§ 30). E cosi uno dei monumenti più preziosi ed antichi del nostro Duomo andò perduto.
   12. Dopo questa di S. Berardo, una delle più antiche era la cappella de' Paladini, nobile ed illustre famiglia teramana, fiorente ora a Lecce, ove esulò nel principio del secolo xv, per legame di sangue e di fazione, ch'essa ebbe con la potente casata dei di Melatine. Fu eretta, come narra il Muzii, 3 nel 1329, a nella parte superiore del Oimi-« tero della Cattedrale ». Di qui non appare ben chiaro, se questa esistesse entro o fuori del cimitero, di cui ragioneremo appresso (§ 51): il Muzii ne fa parola nel narrar della venuta da Lecce di un personaggio di casa Paladini nel 1552 in Teramo. Questi, egli scrive, « fé' fare una te-
   1 ANTIXORI, op. cit., ad an. 1175.
   2 MUZII, op. cit., dial. VII. 8 MI.'ZII, op. cit., dial. III.

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