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IL DUOMO DI TERAMO
di legno, o di altro che sia, appare affatto inverosimile : dall'altra un soffitto di legno posto sopra colonne di pietra non ci sembra neppure probabile, sebbene ciò ci faccia un po' pensare a quelle quattro colonne che tuttora sorreggono il tabernacolo della canonica, di cui parleremo più innanzi (§ 50). Se non che quest'ultima ipotesi neppur ci persuade, giacché esse colonne sono di fattura assai più antica di quella del soffitto, a cui il Muzii assegna il 1480. È vero che si potrebbe supporre il soffitto del 400 posato sopra colonne di tempo anteriore ; ma siffatta unione di legno e di pietra ci ripugna oggi, come doveva ripugnare allora. Noi quindi, messe da banda questa e le precedenti ipotesi, ne porremo fuori un'altra; diremo, cioè, che l'antico ciborio, che coronava, giusta l'uso ancora vigente nel secolo xiv, l'altare maggiore fu, come pure arguiremo più innanzi (§ 53), trasferito nella canonica, ove tuttora lo veg-giamo, e in quella vece innalzatone un altro più « bello « ed artificioso », come dice il Muzii, ma tutto in legno comprese le colonne o altro sostegno che fosse. Cogliamo nel segno? Non sappiamo davvero; né possiamo proceder sicuri ora che tutto è distrutto e le memorie tanto scarseggiano.
Vero si è che esiste tuttora un ricordo pittorico (il quale, se è storicamente fedele, rovescerebbe anche questa ultima nostra ipotesi) della forma di quella parte della cattedrale, ove ai tempi del Muzii (morto nel 1602) erge vasi l'altare maggiore. Esso è l'ancona dell'altare della sagrestia dipinta dal polacco Sebastiano Majewski nel 1625, come mostra l'iscrizione ivi apposta e da noi riferita nell'appendice epigrafica (n. 13). La rappresentazione, San Berardo benedicente in costume del Seicento, si svolge appunto nell'altare maggiore nello stato, deve credersi, in cui era all'epoca, del pittore. Vi si scorge, e si scorge pure nella nostra riproduzione foto tipica (tav. XI), dietro l'altare un'alta ed elegante decorazione a traforo, che termina in una balaustrata cimata da due coni a tromba, e che, per la sua leggerezza, sembra di legno e che inoltre potea servir da pluteo fra l'aitar maggiore e il presbiterio, che