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Il Duomo di Teramo.
Storia e descrizione
Francesco Savini
Forzani e C. Roma, 1900, pagine 176 (più 29 tavole)

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   34 IL DUOMO DI TEE AMO
   sentante i luoghi descritti), non ci narra ove lo vedesse. Noi, a cui tal disegno gioverebbe qui grandemente, lo abbiamo ricercato prima nell'archivio capitolare e poi nella libreria della famiglia Palma, che serba gran parte dei libri posseduti dal nostro storico, ma indarno. Nel primo, diligentemente da noi indagato, trovammo subito, nel fascicolo 24, un foglio segnato con l'anno 1703 e contenente varie copie di decisioni della Sacra Congregazione dei Riti sulle violazioni fatte nel presbiterio dai magistrati comunali, decisioni che in parte riferisce il Palma,l quando, con la sua solita diligenza, narra le infinite questioni sollevate da quel vescovo contro il Capitolo, il Comune ed il Governo. In una seconda e più compiuta nostra ricerca nell'archivio capitolare, in un fascicolo, ove meno ce l'aspettavamo, cioè nel!' 8°, ci caddero sott' occhio il sommario, come allora dicevasi, delle testimonianze, ed il memoriale delle ragioni, i quali, toltane la parte per noi superflua, riproduciamo fra i documenti (un. VI e VII). Ma la pianta della cattedrale e il disegno del trono vescovile e dei luoghi adiacenti, tanto per noi utili e desiderati, e che, nelle stampe da noi a pie' di questo scritto pubblicati, diconsi ad esse « retroscritti », non esistono più disgraziatamente né qui né in altro luogo dell'archivio capitolare: dobbiamo quindi starci paghi alla descrizione di que' luoghi, che trarremo dal sommario e dal memoriale, rinunziando insieme a riprodurre fra le nostre tavole i mentovati disegni. In quel tempo dunque, quando l'altare maggiore ergevasi sotto la cupola, che è anche l'odierna, il trono vescovile gli stava dappresso sopra due gradini di marmo e tre di legno e in modo che « non si poteva allargare senza impedire l'andare all'altare « maggiore e alla Nave inferiore ». Fiancheggiavano quella del ves3ovo le sedie a spalliera dei due canonici diaconi; e la sedia del vicario, ch'era pure a spalliera, di cuoio e adorna di frangie e di trine e con due cuscini di seta, posava n sopra le planitie delli due gradili di marmo dell'al-« tare maggiore ». Immediatamente a piedi dei detti cinque
   1 PALMA, op. cit., voi. Ili, p. 280.

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